Carlo Sarno
L'UOMO SOVRASTORICO
La " Trilogia Sovrastorica " tratta delle modalità di ingresso del paradigma sovrastorico nella cultura scientifica e artistica contemporanea .
" L'Uomo Sovrastorico " è un romanzo ove si applicano i concetti espressi nel primo volume della Trilogia Sovrastorica ed in cui si delinea con originalità una nuova immagine dell'essere umano come essere sovrastorico , innestato nella realtà quotidiana ma guidato dalla sua condizione interiore sovratemporale .
Carlo Sarno , 1989
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Sommario
PARTE PRIMA
Capitolo I - L'isola bianca
Capitolo II - Sun-Junior e Jeune-Aurore
Capitolo III - L'incontro
Capitolo IV - La notte
Capitolo V - Un giorno diverso
Capitolo VI - Gli impegni
Capitolo VII - ' Proviamo insieme '
Capitolo VIII - Prudenza
Capitolo IX - Primi contrasti
Capitolo X - Amore-odio
PARTE SECONDA
Capitolo XI - Un mondo incantato
Capitolo XII - Il viaggio
Capitolo XIII - Il villaggio dei sogni
Capitolo XIV - La cascata
Capitolo XV - Il labirinto
Capitolo XVI - Le spade
Capitolo XVII - Forze magnetiche
Capitolo XVIII - La falsità prevale
Capitolo XIX - Il deserto
Capitolo XX - La verità vince
PARTE TERZA
Capitolo XXI - Un muro di luce disegna !
Capitolo XXII - Pittura , poesia , scienza
Capitolo XXIII - Precetti della pittura
Capitolo XXIV - " Dei vari accidenti e movimenti dell'uomo e proporzioni di membra "
Capitolo XXV - " Dei panni e modo di vestir le figure con grazia e degli abiti e nature dei panni "
Capitolo XXVI - " Dell'ombra e lume , e della prospettiva "
Capitolo XXVII - " Degli alberi e delle verdure "
Capitolo XXVIII - " Dei nuvoli "
Capitolo XXIX - " Dell'orizzonte "
Capitolo XXX - Un triangolo di altezza infinita
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"...Questi algoritmi del cuore , o come si dice , dell'inconscio , sono , tuttavia , codificati e organizzati in modo affatto diverso dagli algoritmi del linguaggio . E poiché una gran parte del pensiero conscio è strutturata nei termini della logica del linguaggio , gli algoritmi dell'inconscio sono doppiamente inaccessibili . Non si tratta solo del fatto che la mente cosciente ha difficile accesso a questa materia , ma anche che quando tale accesso è ottenuto , ad esempio nei sogni , nell'arte , nella poesia , nella religione , nella ebbrezza e simili , resta ancora un formidabile problema di traduzione..."
Gregory Bateson
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PARTE SECONDA
CAPITOLO XI
Un mondo incantato
C'era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano, un fiume che divideva il Regno della Falsità dal Regno della Verità.
In un punto particolare, dove il letto del fiume diveniva più largo, si trovava un'isoletta chiamata "Ingenuità" dove vivevano un principino ed una principessa. Il principino aveva nome Little-Sun e la principessina aveva nome Petite-Aurore.
Little-Sun e Petite-Aurore erano due bambini molto vivaci, pieni di iniziativa, e che apevano, anche se con un po' di difficoltà, leggere e scrivere. Da soli si erano costruiti la casetta dove vivevano. Coltivavano la terra, cucinavano, inventavano giochi sempre nuovi per divertirsi.
Tutt'intorno, sulla sponda destra e sinistra del fiume, si estendeva la "Terribile Giungla" piena di misteri, pericoli e animali feroci.
Una volta viveva su quest'isola un vecchio eremita: egli aveva anche costruito due ponticelli per accedere alle due sponde del fiume. Un giorno il vecchio eremita trovò sulla riva che rispetto alla direzione della corrente dell'acqua è la desra, quindi dalla parte del Regno della Falsità, una bambina. Da come era vestita ne dedusse che doveva trattarsi di una figlia di re. Poichè non sapeva chi fosse e pochè l'aveva scoperta prima che sorgesse il sole, decise di darle il nome di Petite-Aurore.
Il giorno dopo, sulla riva sinistra, quindi dalla parte del Regno della Verità, il vecchio si accorse della presenza di un bambino. Anche stavolta si avvide dei vestiti che indossava che doveva essere figlio di re. Non sapendo il suo nome ed essendo il sole già alto, decise di chiamarlo Little-Sun.
Era già parecchio tempo che vivevano insieme l'eremita, Little-Sun e Petite-Aurore, quando avvenne una disgrazia. Le nuvole coprirono il cielo e si scatenò un temporale furibondo. Tuoni, lampi, vento ed una pioggia torrenziale che sembrava non dovesse mai più finire. Il fiume si gonfiò paurosamente travolgendo i due ponticelli. Il vecchio eremita che tentava di alvare almeno un ponte cadde nelle acque e fu trascinato via, travolto dalla corrente.
Dopo alcuni giorni la bufera passò e Little-Sun e Petite-Aurore dovettero arrangiarsi con quel poco che era rimasto. Poi, a poco a poco, costruirono la casetta, coltivarono, ecc... ecc...
Il vecchio aveva sempre raccomandato loro di non abbandonare mai l'isola, o per lo meno di farlo quando arebbero diventati grandi: la giunla che li circondava era micidiale e li avrebbe uccisi sicuramente. Bisognava prima sapere come difendersi dai pericoli e poi avventurari nella giungla.
Sull'isoletta c'era anche una piccola grotta che era stata adibita dall'eremita a biblioteca. Lì il vecchio era solito ritirarsi a meditare, a leggere, a studiare, a scrivere. Vi erano libri di tutte le dimensioni, pieni di polvere, che sicuramente dovevano essere molto antichi.
Little-Sun e Petite-Aurore da quando si erano trovati insieme sull'isola non avevano mai litigato. Certo, qualche discussione animata c'era stata, ma niente che potesse incrinare la loro amicizia.
In effetti, anche se erano rimasti solo loro due sull'isola, non mancava niente.
Il clima era ottimo e di gran lunga le giornate di sole prevalevano sul cielo coperto. Sull'isoletta vi erano alberi da frutta di diverse specie e per ogni stagione, che erano stati piantati molto tempo fa dal vecchio eremita. I prodotti dell'orticello erano cospicui. La carne non macava dato che i pesci abbondavano nel fiume. Inoltre l'isola era abbastanza distante dalle due rive per far si che nessun animale feroce della giungla potesse arrivarci.
La loro isoletta era come un piccolo paradiso!
Tutto sarebbe stato tranquillo e pacifico se un pensiero temerario non avesse iniziato ad ossessionare la loro fantasia.
Consapevolmente il vecchio eremita aveva stimolato la loro curiosità raccontando, in una gelida serata riuniti intorno al fuoco, una antica leggenda sulla "Regione Incantata" ove, si diceva, era situata la sorgente del fiume che lambiva la loro isoletta.
Little-Sun e Petite-Aurore si ricordavano per filo e per segno le parole scandite dal vecchio, con un'alea di mistero, nel descrivere la leggenda della Regione Incantata: " Si dice - raccontava - che risalendo la corrente del fiume si arrivi, dopo non so quanti giorni e giorni di viaggio, ad una cascata bellissima dove le acque fanno un salto di centinaia e centinaia di metri. Lì la natura si anima: i fiori parlano, gli animali ballano e mostri terrificanti si aggirano nei paraggi. Gli abitanti di quel posto sono molto piccoi, stravaganti e bizzarri... Nella leggenda si parla che in quel posto esistono delle grandi forze magnetiche in lotta... Al di sotto della cascata, nella massa rocciosa della montagna, esistono caverne e grotte che formano un intricato labirinto di estensione indefinibile... Questo labirinto mette in comunicazione il Regno della Falsità con il Regno della Verità, ma, grandi forze magnetiche ostacolano il passaggio tra i due regni... Si dice anche che in due profonde caverne, situate rispettivamente ai lati opposti della cascata, esistono due spade di titanomagnetite... la lama di titanomagnetite comporta un moto ed un orientamento nello stato d'animo dell'avversario, senza alcun contatto effettivo... sono anche chiamate le "Spade del Bene e del Male", e una si trova nel Regno della Falsità, l'altra nel Regno della Verità... la spada del Regno della Falsità agisce in sintonia con gli specchi deformanti che ingannano l'avversario e sarebbe sicuramente la spada più forte e invncibile se non ci fosse il dubbio che l'altra, la spada del Regno della Verità, avesse un colpo segreto di infinita potenza... Al di là della cascata e delle montagne dove si trova la sorgente del fiume, si estende a perdita d'occhio un deserto di dimensioni vastissime... In quel deserto tanti tanti secoli fa si tenne l'ultimo scontro tra le due spade ma entrambi gli avversari che le impugnavano morirono... Da allora nessuno ha più avuto il coraggio di usare le Spade del Bene e del Male...".
Little-Sun e Petite-Aurore meditavano continuamente sulle parole del loro vecchio amico scomparso e sempre più forte si faceva in loro il desiderio di andare a vedere nella Regione Incantata se le Spade del Bene e del Male esistevano ancora e se, una volta scoperte, sarebbero riusciti a maneggiarle.
I giorni passavano monotonamente, tutti uguali, senza grandi novità.
La mattina Little-Sun e Petite-Aurore si svegliavano al sorgere del sole. Per prima colazione mangiavano un frutto e poi andavano a lavorare nell'orticello. Ogni tanto interrompevano il lavoro per scherzare un poco. Il vecchio aveva sempre ripetuto che la cosa più importante da fare nella loro situazione era di pensare alla sopravvivenza e quindi a procurarsi il cibo.
Venuta l'ora di pranzo, con le reti pescavano qualche pesciolino e lo arrostivano sul fuoco. Nel pomeriggio facevano qualche lavoretto di costruzione oppure andavano sulla riva dell'isoletta per osservare lo scorrere del fiume ed il tramonto. La sera parlavano e giocavano intorno al fuoco poi, sopraggiungeva la sonnolenza, si chiudevano nella loro casetta, si stendevano sui loro lettini fatti di legno di paglia, e si addormentavano.
La notte, quando si svegliavano, udivano provenire dalla "Terribile Giungla" strani rumori, ruggiti agghiaccianti, i cupi lamenti degli uccelli rapaci. Di giorno, invece, prevalevano nella giungla cinguettii degli uccellini e solo ogni tanto, allorchè c'era qualche lotta tra animali, si sentiva ruggire.
Un bel giorno Little-Sun e Petite-Aurore decisero di andare a vedere cosa c'era nella grotta dell'eremita. Fino ad allora non ne avevano avuto il coraggio perchè la caverna era buia e pensavano che era possibile che da quando l'eremita non c'era più qualche animale sotterraneo avesse scelto quel luogo come sede per la propria tana.
Presero delle torce e si incamminarono verso l'imboccatura della caverna. Entrarono titubanti, pronti a scappare se ce ne fosse stato bisogno.
Ben presto si accorsero che le loro incertezze erano infondate e che nessun animale importuno vi dimorava.
La grotta era costituita da un un unico grande ambiente. Nelle pareti erano state scavate delle nicchie che fungevano da scaffalatura e in questi originali scaffali erano riposti migliaia e migliaia di libri. Di roccia visibile ne era rimasta assai poca.
Little-Sun si accorse di un meccanismo che consentiva di aprire una botola sulla sommità della caverna. Una volta aperta, la luce del sole potè entrare direttamente rischiarando tutto l'ambiente.
Al centro della grotta vi era un grande tavolo e tre sedie. Vicino all'ingresso vi era una scala spostabile che sicuramente doveva servire per accedere alla consultazione dei volumi posti nei ripiani più alti.
- Hai visto quanti libri Petite-Aurore?
- Non pensavo che ce ne potessero essere tanti Little-Sun, chissà perchè il vecchio eremita non ci ha fatto mai entrare?
- Forse non voleva che mettessimo in disosrdine i suoi libri... sapendoci così irrequieti!
- Però Little-Sun, può essere anche che il nostro vecchio amico non ci voleva far entrare per nasconderci qualche segreto o qualche tesoro o forse per non farci scoprire chi siamo e da dove veniamo?
- E allora?
- E allora dobbiamo cercare tra i libri, per vedere se troviamo qualche informazione che ci può interessare per conoscere la nostra origine.
- Ma... Petite-Aurore ti rendi conto che per fare quello che dici ci vorranno anni e anni di ricerca. Invecchieremo qui dentro!
- Sempre meglio che stare senza fare niente o fare sempre la stessa cosa. E poi chi lo sa, c'è sempre la speranza che se siamo fortunati possiamo trovare subito quello che ci interessa.
Petite-Aurore ormai era decisa ad eseguire quello che aveva detto e subito, malgrado le polemiche di Little-Sun, si era messa alla ricerca delle informaioni preziose.
Paassarono alcune settimane di incessante ricerca, ma niente che potesse riguardarli anche lontanamente capitò sotto mano.
Little-Sun aiutò Petite-Aurore perchè era molto affezionato alla sua amichetta e non voleva dispiacerle.
Erano già sul punto di abbandonare l'impresa quando Little-Sun scoprì un libro di ingegneria nautica. All'interno di esso vi erano dei vecchi appunti dell'eremita sulla possibilità di costruire una piccola imbarcazione capace di risalire la corrente del fiume. Il progetto consisteva in alcuni fogli ingialliti in cui a malapena si potevano scorgere le linee del disegno
Petite-Aurore in un primo momento non riuscì a comprendere perchè il suo amico si interessase tanto a quei quattro fogli ingialliti ma, ben presto, si rese conto anche lei di che importanza fossero.
Seguendo le istruzioni e lo schema dell'eremita avrebbero potuto costruire una piccola barca che, con un meccanismo a pedale ed una serie di ingranaggi, avrebbe consentito loro di vincere la corrente dell'acqua, risalire il fiume ed accedere alla Regione Incantata.
Grazie a quegli appunti il sogno di poter andare a visitare il mondo incantato descritto dall'eremita era divenuto realtà.
Decisero allora di abbandonare le ricerche sulla loro origine e di concentrare i loro sforzi nella realizzazione del progetto.
Fino a quel giorno non si erano mai azzardati in quella impresa perchè pensavano che l'unico modo per risalire il fiume fosse per via terra essendo assurdo, remando controcorrente, resistere a lungo. L'acqua del fiume, infatti, scendeva con una velocità tale che solo un abile barcaiolo avrebbe potuto contrastare con i remi la corrente ed al massimo per un giorno.
I pericoli della giungla avevano sempre vietato la spedizione ma ora, per merito del progetto dell'eremita, sarebbe stato possibile l'impossibile.
Senza esitare e pieni di entusiasmo Little-Sun e Petite-Aurore si tuffarono nel lavoro di costruzione dell'imbarcazione, pensando che una meravigliosa avventura li attendeva.
In un punto particolare, dove il letto del fiume diveniva più largo, si trovava un'isoletta chiamata "Ingenuità" dove vivevano un principino ed una principessa. Il principino aveva nome Little-Sun e la principessina aveva nome Petite-Aurore.
Little-Sun e Petite-Aurore erano due bambini molto vivaci, pieni di iniziativa, e che apevano, anche se con un po' di difficoltà, leggere e scrivere. Da soli si erano costruiti la casetta dove vivevano. Coltivavano la terra, cucinavano, inventavano giochi sempre nuovi per divertirsi.
Tutt'intorno, sulla sponda destra e sinistra del fiume, si estendeva la "Terribile Giungla" piena di misteri, pericoli e animali feroci.
Una volta viveva su quest'isola un vecchio eremita: egli aveva anche costruito due ponticelli per accedere alle due sponde del fiume. Un giorno il vecchio eremita trovò sulla riva che rispetto alla direzione della corrente dell'acqua è la desra, quindi dalla parte del Regno della Falsità, una bambina. Da come era vestita ne dedusse che doveva trattarsi di una figlia di re. Poichè non sapeva chi fosse e pochè l'aveva scoperta prima che sorgesse il sole, decise di darle il nome di Petite-Aurore.
Il giorno dopo, sulla riva sinistra, quindi dalla parte del Regno della Verità, il vecchio si accorse della presenza di un bambino. Anche stavolta si avvide dei vestiti che indossava che doveva essere figlio di re. Non sapendo il suo nome ed essendo il sole già alto, decise di chiamarlo Little-Sun.
Era già parecchio tempo che vivevano insieme l'eremita, Little-Sun e Petite-Aurore, quando avvenne una disgrazia. Le nuvole coprirono il cielo e si scatenò un temporale furibondo. Tuoni, lampi, vento ed una pioggia torrenziale che sembrava non dovesse mai più finire. Il fiume si gonfiò paurosamente travolgendo i due ponticelli. Il vecchio eremita che tentava di alvare almeno un ponte cadde nelle acque e fu trascinato via, travolto dalla corrente.
Dopo alcuni giorni la bufera passò e Little-Sun e Petite-Aurore dovettero arrangiarsi con quel poco che era rimasto. Poi, a poco a poco, costruirono la casetta, coltivarono, ecc... ecc...
Il vecchio aveva sempre raccomandato loro di non abbandonare mai l'isola, o per lo meno di farlo quando arebbero diventati grandi: la giunla che li circondava era micidiale e li avrebbe uccisi sicuramente. Bisognava prima sapere come difendersi dai pericoli e poi avventurari nella giungla.
Sull'isoletta c'era anche una piccola grotta che era stata adibita dall'eremita a biblioteca. Lì il vecchio era solito ritirarsi a meditare, a leggere, a studiare, a scrivere. Vi erano libri di tutte le dimensioni, pieni di polvere, che sicuramente dovevano essere molto antichi.
Little-Sun e Petite-Aurore da quando si erano trovati insieme sull'isola non avevano mai litigato. Certo, qualche discussione animata c'era stata, ma niente che potesse incrinare la loro amicizia.
In effetti, anche se erano rimasti solo loro due sull'isola, non mancava niente.
Il clima era ottimo e di gran lunga le giornate di sole prevalevano sul cielo coperto. Sull'isoletta vi erano alberi da frutta di diverse specie e per ogni stagione, che erano stati piantati molto tempo fa dal vecchio eremita. I prodotti dell'orticello erano cospicui. La carne non macava dato che i pesci abbondavano nel fiume. Inoltre l'isola era abbastanza distante dalle due rive per far si che nessun animale feroce della giungla potesse arrivarci.
La loro isoletta era come un piccolo paradiso!
Tutto sarebbe stato tranquillo e pacifico se un pensiero temerario non avesse iniziato ad ossessionare la loro fantasia.
Consapevolmente il vecchio eremita aveva stimolato la loro curiosità raccontando, in una gelida serata riuniti intorno al fuoco, una antica leggenda sulla "Regione Incantata" ove, si diceva, era situata la sorgente del fiume che lambiva la loro isoletta.
Little-Sun e Petite-Aurore si ricordavano per filo e per segno le parole scandite dal vecchio, con un'alea di mistero, nel descrivere la leggenda della Regione Incantata: " Si dice - raccontava - che risalendo la corrente del fiume si arrivi, dopo non so quanti giorni e giorni di viaggio, ad una cascata bellissima dove le acque fanno un salto di centinaia e centinaia di metri. Lì la natura si anima: i fiori parlano, gli animali ballano e mostri terrificanti si aggirano nei paraggi. Gli abitanti di quel posto sono molto piccoi, stravaganti e bizzarri... Nella leggenda si parla che in quel posto esistono delle grandi forze magnetiche in lotta... Al di sotto della cascata, nella massa rocciosa della montagna, esistono caverne e grotte che formano un intricato labirinto di estensione indefinibile... Questo labirinto mette in comunicazione il Regno della Falsità con il Regno della Verità, ma, grandi forze magnetiche ostacolano il passaggio tra i due regni... Si dice anche che in due profonde caverne, situate rispettivamente ai lati opposti della cascata, esistono due spade di titanomagnetite... la lama di titanomagnetite comporta un moto ed un orientamento nello stato d'animo dell'avversario, senza alcun contatto effettivo... sono anche chiamate le "Spade del Bene e del Male", e una si trova nel Regno della Falsità, l'altra nel Regno della Verità... la spada del Regno della Falsità agisce in sintonia con gli specchi deformanti che ingannano l'avversario e sarebbe sicuramente la spada più forte e invncibile se non ci fosse il dubbio che l'altra, la spada del Regno della Verità, avesse un colpo segreto di infinita potenza... Al di là della cascata e delle montagne dove si trova la sorgente del fiume, si estende a perdita d'occhio un deserto di dimensioni vastissime... In quel deserto tanti tanti secoli fa si tenne l'ultimo scontro tra le due spade ma entrambi gli avversari che le impugnavano morirono... Da allora nessuno ha più avuto il coraggio di usare le Spade del Bene e del Male...".
Little-Sun e Petite-Aurore meditavano continuamente sulle parole del loro vecchio amico scomparso e sempre più forte si faceva in loro il desiderio di andare a vedere nella Regione Incantata se le Spade del Bene e del Male esistevano ancora e se, una volta scoperte, sarebbero riusciti a maneggiarle.
I giorni passavano monotonamente, tutti uguali, senza grandi novità.
La mattina Little-Sun e Petite-Aurore si svegliavano al sorgere del sole. Per prima colazione mangiavano un frutto e poi andavano a lavorare nell'orticello. Ogni tanto interrompevano il lavoro per scherzare un poco. Il vecchio aveva sempre ripetuto che la cosa più importante da fare nella loro situazione era di pensare alla sopravvivenza e quindi a procurarsi il cibo.
Venuta l'ora di pranzo, con le reti pescavano qualche pesciolino e lo arrostivano sul fuoco. Nel pomeriggio facevano qualche lavoretto di costruzione oppure andavano sulla riva dell'isoletta per osservare lo scorrere del fiume ed il tramonto. La sera parlavano e giocavano intorno al fuoco poi, sopraggiungeva la sonnolenza, si chiudevano nella loro casetta, si stendevano sui loro lettini fatti di legno di paglia, e si addormentavano.
La notte, quando si svegliavano, udivano provenire dalla "Terribile Giungla" strani rumori, ruggiti agghiaccianti, i cupi lamenti degli uccelli rapaci. Di giorno, invece, prevalevano nella giungla cinguettii degli uccellini e solo ogni tanto, allorchè c'era qualche lotta tra animali, si sentiva ruggire.
Un bel giorno Little-Sun e Petite-Aurore decisero di andare a vedere cosa c'era nella grotta dell'eremita. Fino ad allora non ne avevano avuto il coraggio perchè la caverna era buia e pensavano che era possibile che da quando l'eremita non c'era più qualche animale sotterraneo avesse scelto quel luogo come sede per la propria tana.
Presero delle torce e si incamminarono verso l'imboccatura della caverna. Entrarono titubanti, pronti a scappare se ce ne fosse stato bisogno.
Ben presto si accorsero che le loro incertezze erano infondate e che nessun animale importuno vi dimorava.
La grotta era costituita da un un unico grande ambiente. Nelle pareti erano state scavate delle nicchie che fungevano da scaffalatura e in questi originali scaffali erano riposti migliaia e migliaia di libri. Di roccia visibile ne era rimasta assai poca.
Little-Sun si accorse di un meccanismo che consentiva di aprire una botola sulla sommità della caverna. Una volta aperta, la luce del sole potè entrare direttamente rischiarando tutto l'ambiente.
Al centro della grotta vi era un grande tavolo e tre sedie. Vicino all'ingresso vi era una scala spostabile che sicuramente doveva servire per accedere alla consultazione dei volumi posti nei ripiani più alti.
- Hai visto quanti libri Petite-Aurore?
- Non pensavo che ce ne potessero essere tanti Little-Sun, chissà perchè il vecchio eremita non ci ha fatto mai entrare?
- Forse non voleva che mettessimo in disosrdine i suoi libri... sapendoci così irrequieti!
- Però Little-Sun, può essere anche che il nostro vecchio amico non ci voleva far entrare per nasconderci qualche segreto o qualche tesoro o forse per non farci scoprire chi siamo e da dove veniamo?
- E allora?
- E allora dobbiamo cercare tra i libri, per vedere se troviamo qualche informazione che ci può interessare per conoscere la nostra origine.
- Ma... Petite-Aurore ti rendi conto che per fare quello che dici ci vorranno anni e anni di ricerca. Invecchieremo qui dentro!
- Sempre meglio che stare senza fare niente o fare sempre la stessa cosa. E poi chi lo sa, c'è sempre la speranza che se siamo fortunati possiamo trovare subito quello che ci interessa.
Petite-Aurore ormai era decisa ad eseguire quello che aveva detto e subito, malgrado le polemiche di Little-Sun, si era messa alla ricerca delle informaioni preziose.
Paassarono alcune settimane di incessante ricerca, ma niente che potesse riguardarli anche lontanamente capitò sotto mano.
Little-Sun aiutò Petite-Aurore perchè era molto affezionato alla sua amichetta e non voleva dispiacerle.
Erano già sul punto di abbandonare l'impresa quando Little-Sun scoprì un libro di ingegneria nautica. All'interno di esso vi erano dei vecchi appunti dell'eremita sulla possibilità di costruire una piccola imbarcazione capace di risalire la corrente del fiume. Il progetto consisteva in alcuni fogli ingialliti in cui a malapena si potevano scorgere le linee del disegno
Petite-Aurore in un primo momento non riuscì a comprendere perchè il suo amico si interessase tanto a quei quattro fogli ingialliti ma, ben presto, si rese conto anche lei di che importanza fossero.
Seguendo le istruzioni e lo schema dell'eremita avrebbero potuto costruire una piccola barca che, con un meccanismo a pedale ed una serie di ingranaggi, avrebbe consentito loro di vincere la corrente dell'acqua, risalire il fiume ed accedere alla Regione Incantata.
Grazie a quegli appunti il sogno di poter andare a visitare il mondo incantato descritto dall'eremita era divenuto realtà.
Decisero allora di abbandonare le ricerche sulla loro origine e di concentrare i loro sforzi nella realizzazione del progetto.
Fino a quel giorno non si erano mai azzardati in quella impresa perchè pensavano che l'unico modo per risalire il fiume fosse per via terra essendo assurdo, remando controcorrente, resistere a lungo. L'acqua del fiume, infatti, scendeva con una velocità tale che solo un abile barcaiolo avrebbe potuto contrastare con i remi la corrente ed al massimo per un giorno.
I pericoli della giungla avevano sempre vietato la spedizione ma ora, per merito del progetto dell'eremita, sarebbe stato possibile l'impossibile.
Senza esitare e pieni di entusiasmo Little-Sun e Petite-Aurore si tuffarono nel lavoro di costruzione dell'imbarcazione, pensando che una meravigliosa avventura li attendeva.
CAPITOLO XII
Il viaggio
Erano già diversi giorni che procedevano nella costruzione dell'imbarcazione, quando Little-Sun fece uno strano sogno: il vecchio eremita era ancora vivo ed era tornato da lui per avvisarlo che durante il pericoloso viaggio che lo attendeva non doveva fidarsi di nessuno, nemmeno della sua cara amica Petite-Aurore, se voleva riuscire a superare tutti gli ostacoli; inoltre il vecchio gli disse che doveva credere solo a lui e che la sua salvezza e quindi anche quella di Petite-Aurore dipendevano dalla forza della sua fede e del suo amore.
Little-Sun non disse niente di questo sogno a Petite-Aurore, e continuò a lavorare ed a comportarsi normalmente.
In un primo momento Little-Sun pensò che quello che aveva sognato non avesse importanza ma, allorchè gli capitò di risognare lo stesso discorso dell'eremita, non ebbe più dubbi sulla veridicità della visione.
Come l'imbarcazione fu pronta ed ebbe superato il collaudo, iniziarono i preparativi del viaggio.
Non occorreva portare molte provviste poichè il fiume stesso avrebbe rifornito i due passeggeri, i quali erano molto abili nella pesca con la rete.
Per la frutta loro speravano che qualche albero sporgente dalla riva avrebbe generosamente offerto rami ricolmi di frutti: comunque, per sicurezza, convennero di portarne una certa riserva.
Petite-Aurore dette un buon esempio di accortezza femminile riempendo la barca di tutte quelle piccole cose utili che, invece, sembrano sempre in un primo momento lo strano risultato di una preoccupazione morbosa.
Quando tutto fu pronto ed in ordine per la partenza, i due bambini non stavano in sè dalla gioia.
Petite-Aurore, piena di contentezza, dette un caloroso bacio a Little-Sun, dicendogli che quando sarebbero diventati grandi lo avrebbe sposato. Little-Sun rispose che anche lui quando sarebbe diventato grande l'avrebbe sposata. Pertanto, decisero di restare sempre insieme e di superare tutte le avventure e gli ostacoli che si fossero presentati.
La loro fermezza e convinzione nell fedeltà del loro amore si poteva paragonare soltanto a quella di un valoroso guerriero. Ma, le dure prove che li attendevano avrebbero fatto barcollare vertiginosamente la sicurezza del loro affetto.
Conclusero che sarebbero partiti prima del sorgere del sole, in modo da sfruttare tutta la giornata.
- Alzati Little-Sun, è giunta l'ora di partire!
- Di già Petite-Aurore? Ma io ho ancora sonno!
- La notte volge al termine ed un ciarore diffuso illumina tutta la natura.
Little-Sun si sollevò dal lettino per vedere se era vero. Effettivamente stava schiarendo ma una fitta nebbia nascondeva i margini del fiume; comunque, pensò, mentre non si imbacavano sarebbe passato un po' di tempo e la nebbia avrebbe iniziato a diradarsi.
Presero le ultime cose, chiusero la casetta dove avevano vissuto per tanto tempo e salutarono l'isola con un velo di tristezza nella voce, dicendole di non preoccuparsi perchè loro presto sarebbero ritornati. Erano molto affezionati alla loro isoletta ma la curiosità e il desiderio di avventura era più forte di ogni altro sentimento.
Fattosi coraggio, salirono sulla piccola imbarcazione, mollarono gli ormeggi ed iniziarono intrepidi il loro viaggio. Il meccanismo l-avrebbero azionato a turno: Little-Sun cominciò a pedalare per primo. La barca ben sagomata tagliava la corrente con una facilità estrema e, una volta in movimento, sembrava scivolare sulle acque senza il minimo sforzo.
Ben presto l'isola scomparve ai loro occhi e si ritrovarono soli, in mezzo al fiume, con la nebbia che diradandosi faceva scorgere sempre più nettamente la terribile giungla. Ebbero un attimo di esitazione, si strinsero l'uno vicino all'altro chiedendosi mentalmente se non era il caso di tornare indietro, poi, subito ripresero il loro ardimento e la loro fermezza, ripromettendosi di non avere più tentennamenti o ripensamenti. Ormai si erano avventurati in quella impresa e dovevano arrivare fino in fondo.
Il primo giorno di viaggio passò tranquillamente. Il cielo era sereno, l'acqua non creava vortici e la giungla appariva più calma del solito.
Dapprima l'emozione e l'entusiasmo fecero perdere il senso del tempo e dell'appetito: facevano a chi notava prima una cosa diversa, un albero sconosciuto, un uccello dai vivaci colori, un bel paesaggio.
Nel pomeriggio, però, la fame si fece sentire. Pescarono un pesce e lo arrostirono su di un fornello portatile che si erano costruiti prima di partire; il fornello serviva anche per la notte, per stare caldi e per illuminare l'imbarcazione. Mangiarono anche un frutto per pulirsi la bocca. Per l'acqua non c'erano problemi: il fiume ne era una limpida ed abbondante riserva.
All'imbrunire decisero di fermarsi. Ancorarono la barca nel mezzo del fiume, accesero il fornello ed iniziarono a discutere su che straordinari incontri avrebbero fatto.
Dalla giungla provenivano i soliti cupi rumori. In un primo momento non riuscirono a prendere sonno, poi la stanchezza prevalse e si addormentarono.
Passarono diversi giorni senza che accadesse niente di diverso. Little-Sun e Petite-Aurore cominciarono a spazientirsi.
- Sempre la stessa cosa, sempre le stesse piante! - esclamò Petite-Aurore.
- E in più ci tocca pure di pedalare - rispose l'amico.
- Forse Little-Sun era meglio se restavamo sull'isola, tanto il paesaggio è sempre lo stesso.
- Come sei frettolosa Petite-Aurore... sono solo pochi giorni che risaliamo il fiume, come vuoi incontrare il luogo della cascata!? E poi, il vecchio eremita ce lo disse che bisognava viaggiare per molto tempo.
- Si, però le provviste di frutta stanno finendo e a me non va di mangiare solo pesce.
- Ma noi questo lo sapevamo già. Sapevamo prima di partire che non avremmo avuto le comodità dell'isola.
- Comunque Little-Sun, come finisce la frutta ci avviciniamo ad una riva e cogliamo qualche bacca.
- Ma è pericoloso Petite-Aurore!
- Lo sappiamo che con questo viaggio andiamo incontro al pericolo.
- D'accordo, ma dobbiamo cercare di evitarli i pericoli non di procurarceli.
- Hai paura Little-Sun?
- No, anche se ne avessi ormai stiamo insieme: quello che fai tu faccio anch'io.
- Allora domani coglieremo le bacche.
- E su quale riva vogliamo avvicinarci Petite-Aurore?
Si tenga presente che rispetto alla loro direzione di viaggio, quindi andando controcorrente, la riva sinistra del fiume apparteneva al Regno della Falsità e la riva destra apparteneva al Regno della Verità.
- Avviciniamoci alla sponda sinistra, lì la vegetazione è più ricca di bacche.
- Va bene, allora domani faremo come dici tu - concluse Little-Sun.
Quella notte Little-Sun sognò di nuovo il vecchio eremita, il quale gli raccomandò di accontentare Petite-Aurore ma di non mangiare nessuna bacca, perchè altrimenti sarebbe morto. Little-Sun si svegliò di soprassalto, impaurito per quello che gli aveva detto il vecchio, ma anche stavolta non riferì niente a Petite-Aurore.
Little-Sun si domandava nella sua mente perchè il vecchio aveva proibito solo a lui di cibarsi di bacche, mentre alla sua amica non l'aveva vietato. Era un enigma. Ma Little-Sun si era ripromesso di seguire le istruzioni dell'eremita e di avere fede nelle parole del suo vecchio amico. D'altra parte era stato sempre lui a salvarlo e a raccoglierlo ai margini della giungla, ora, perchè avrebbe dovuto ingannarlo? Little-Sun intuiva che doveva avere fiducia in lui, sebbene non riuscisse a trovarne il motivo.
Il mattino dopo si accostarono alla sponda sinistra. Senza mettere i piedi a terra, dall'imbarcazione Petite-Aurore colse le bacche che fortunatamente diversi alberi e arbusti protendevano verso le acque del fiume.
Petite-Aurore iniziò a mangiare le bacche voracemente, poi si ricordò di Little-Sun e notò che lui non ne prendeva.
- Perchè non ne vuoi? - chiese Petite-Aurore.
- Ho un po' di mal di pancia, non ne ho voglia.
- Strano Little-Sun, ieri avevi detto che eri goloso di bacche.
- Si, è vero, ma te l'ho detto che non sto bene, non mi sento di assaggiarle.
La cosa finì lì anche perchè nel pomeriggio si scatenò un tremendo temporale. Le acque si gonfiarono, aumentando la loro velocità. Little-Sun tentò di ancorare l'imbarcazione ma la corrente era troppo forte e rendeva il fondo del fiume instabile.
Malgrado i loro sforzi ed il loro pedalare frenetico, furono trascinati dalla corrente per un tratto notevole, perdendo molto tragitto. Quando il temporale iniziò a placarsi, riuscirono ad ancorare la barca e poterono finalmente dare un sospiro di sollievo.
Molta acqua era entrata nella imbarcazione e perciò la prima cosa che fecero fu quella di affrettarsi a buttarla fuori. Alleggerita la navicella e finito di piovere, accesero il fornellino e si asciugarono i vestiti.
Il fiume aveva perso la sua limpidezza e poichè l'acqua era torbida decisero di non berla almeno per un giorno.
Tranne quell'incidente tutto fu normale, troppo normale. Little-Sun e Petite-Aurore cominciarono ad insospettirsi di quella quiete.
Il vecchi aveva raccontato loro che sarebbero arrivati in una regione incantata ma, fino ad allora, tutto era stato normale. Ormai erano già molti giorni che stavano in viaggio ed avevano anche perso il senso del tempo. Ai due bambini sembrava di essere in viaggio da un'eternità, che su quell'imbarcazione ci fossero stati da sempre.
Un giorno Little-Sun pescò un pesciolino incolore: pensò che fosse insapore e lo rigettò nel fiume. Il giorno dopo pescò di nuovo un pesce incolore. Petite-Aurore gli disse che forse doveva trattarsi di una rara specie di pesci, originari di quel luogo; poichè ne era incuriosita lo conservò vivo in un recipiente pieno d'acqua.
La sera, man mano che si faceva buio, si accorse che il pesciolino diveniva fosforescente, cioè emanava una intensa luminosità.
- Che cosa strana... guarda come è luminoso! - disse Petite-Aurore.
- Sai cosa ti dico? A noi conviene tenerlo nel recipiente.
- Perchè Little-Sun, a cosa ci serve, non vorrai mica mangiartelo?
- No, che hai capito, io pensavo che lo possiamo utilizzare la notte come lanterna.
- Io l'avevo già immaginato, non sono mica stupida!
Da quel giorno sempre più spesso incontrarono quegli strani pesci luminosi. La notte le acque del fiume si illuminavano magicamente a causa di quei pesci. Una volta un branco intero di pesci fosforescenti si fermò al di sotto dell'imbarcazione, incuriositi dallo strano oggetto.
Little-Sun e Petite-Aurore non avevano il coraggio di assaggiare uno di quei pesci, per la paura che se fossero rimasti contaminati sarebbero diventati anche loro fosforescenti. D'altra parte il pesce normale era sempre più scarso e difficile da pescare; e le bacche non erano più reperibili senza scendere a terra.
Inoltre il fiume si stringeva sempre di più e dovevano stare sempre più attenti a restare giusto nel mezzo, per evitare che qualche animale pericoloso potesse saltare sull'imbarcazione e divorarli.
La vegetazione aveva cambiato il suo aspetto, risultando meno fitta e più simile ad una foresta nordica che ad una giungla tropicale. Il clima si era fatto più freddo ed un vento fresco agitava continuamente gli alberi.
Da quando erano partiti l'arroganza di Petite-Aurore era andata via via aumentando, inspiegabilmente, ma Little-Sun faceva finta di niente, pensando che forse era l'eccitazione per il viaggio a stimolare in lei quel senso di alterigia e che prima o poi quei modi antipatici le sarebbero passati.
Un'altra cosa aveva notato Little-Sun: Petite-Aurore tendeva sempre ad accostarsi alla riva sinistra. Comunque il viaggio procedeva molto meglio delle aspettative ed ormai sull'imbarcazione si sentivano al sicuro come nella loro vecchia isola.
Little-Sun non disse niente di questo sogno a Petite-Aurore, e continuò a lavorare ed a comportarsi normalmente.
In un primo momento Little-Sun pensò che quello che aveva sognato non avesse importanza ma, allorchè gli capitò di risognare lo stesso discorso dell'eremita, non ebbe più dubbi sulla veridicità della visione.
Come l'imbarcazione fu pronta ed ebbe superato il collaudo, iniziarono i preparativi del viaggio.
Non occorreva portare molte provviste poichè il fiume stesso avrebbe rifornito i due passeggeri, i quali erano molto abili nella pesca con la rete.
Per la frutta loro speravano che qualche albero sporgente dalla riva avrebbe generosamente offerto rami ricolmi di frutti: comunque, per sicurezza, convennero di portarne una certa riserva.
Petite-Aurore dette un buon esempio di accortezza femminile riempendo la barca di tutte quelle piccole cose utili che, invece, sembrano sempre in un primo momento lo strano risultato di una preoccupazione morbosa.
Quando tutto fu pronto ed in ordine per la partenza, i due bambini non stavano in sè dalla gioia.
Petite-Aurore, piena di contentezza, dette un caloroso bacio a Little-Sun, dicendogli che quando sarebbero diventati grandi lo avrebbe sposato. Little-Sun rispose che anche lui quando sarebbe diventato grande l'avrebbe sposata. Pertanto, decisero di restare sempre insieme e di superare tutte le avventure e gli ostacoli che si fossero presentati.
La loro fermezza e convinzione nell fedeltà del loro amore si poteva paragonare soltanto a quella di un valoroso guerriero. Ma, le dure prove che li attendevano avrebbero fatto barcollare vertiginosamente la sicurezza del loro affetto.
Conclusero che sarebbero partiti prima del sorgere del sole, in modo da sfruttare tutta la giornata.
- Alzati Little-Sun, è giunta l'ora di partire!
- Di già Petite-Aurore? Ma io ho ancora sonno!
- La notte volge al termine ed un ciarore diffuso illumina tutta la natura.
Little-Sun si sollevò dal lettino per vedere se era vero. Effettivamente stava schiarendo ma una fitta nebbia nascondeva i margini del fiume; comunque, pensò, mentre non si imbacavano sarebbe passato un po' di tempo e la nebbia avrebbe iniziato a diradarsi.
Presero le ultime cose, chiusero la casetta dove avevano vissuto per tanto tempo e salutarono l'isola con un velo di tristezza nella voce, dicendole di non preoccuparsi perchè loro presto sarebbero ritornati. Erano molto affezionati alla loro isoletta ma la curiosità e il desiderio di avventura era più forte di ogni altro sentimento.
Fattosi coraggio, salirono sulla piccola imbarcazione, mollarono gli ormeggi ed iniziarono intrepidi il loro viaggio. Il meccanismo l-avrebbero azionato a turno: Little-Sun cominciò a pedalare per primo. La barca ben sagomata tagliava la corrente con una facilità estrema e, una volta in movimento, sembrava scivolare sulle acque senza il minimo sforzo.
Ben presto l'isola scomparve ai loro occhi e si ritrovarono soli, in mezzo al fiume, con la nebbia che diradandosi faceva scorgere sempre più nettamente la terribile giungla. Ebbero un attimo di esitazione, si strinsero l'uno vicino all'altro chiedendosi mentalmente se non era il caso di tornare indietro, poi, subito ripresero il loro ardimento e la loro fermezza, ripromettendosi di non avere più tentennamenti o ripensamenti. Ormai si erano avventurati in quella impresa e dovevano arrivare fino in fondo.
Il primo giorno di viaggio passò tranquillamente. Il cielo era sereno, l'acqua non creava vortici e la giungla appariva più calma del solito.
Dapprima l'emozione e l'entusiasmo fecero perdere il senso del tempo e dell'appetito: facevano a chi notava prima una cosa diversa, un albero sconosciuto, un uccello dai vivaci colori, un bel paesaggio.
Nel pomeriggio, però, la fame si fece sentire. Pescarono un pesce e lo arrostirono su di un fornello portatile che si erano costruiti prima di partire; il fornello serviva anche per la notte, per stare caldi e per illuminare l'imbarcazione. Mangiarono anche un frutto per pulirsi la bocca. Per l'acqua non c'erano problemi: il fiume ne era una limpida ed abbondante riserva.
All'imbrunire decisero di fermarsi. Ancorarono la barca nel mezzo del fiume, accesero il fornello ed iniziarono a discutere su che straordinari incontri avrebbero fatto.
Dalla giungla provenivano i soliti cupi rumori. In un primo momento non riuscirono a prendere sonno, poi la stanchezza prevalse e si addormentarono.
Passarono diversi giorni senza che accadesse niente di diverso. Little-Sun e Petite-Aurore cominciarono a spazientirsi.
- Sempre la stessa cosa, sempre le stesse piante! - esclamò Petite-Aurore.
- E in più ci tocca pure di pedalare - rispose l'amico.
- Forse Little-Sun era meglio se restavamo sull'isola, tanto il paesaggio è sempre lo stesso.
- Come sei frettolosa Petite-Aurore... sono solo pochi giorni che risaliamo il fiume, come vuoi incontrare il luogo della cascata!? E poi, il vecchio eremita ce lo disse che bisognava viaggiare per molto tempo.
- Si, però le provviste di frutta stanno finendo e a me non va di mangiare solo pesce.
- Ma noi questo lo sapevamo già. Sapevamo prima di partire che non avremmo avuto le comodità dell'isola.
- Comunque Little-Sun, come finisce la frutta ci avviciniamo ad una riva e cogliamo qualche bacca.
- Ma è pericoloso Petite-Aurore!
- Lo sappiamo che con questo viaggio andiamo incontro al pericolo.
- D'accordo, ma dobbiamo cercare di evitarli i pericoli non di procurarceli.
- Hai paura Little-Sun?
- No, anche se ne avessi ormai stiamo insieme: quello che fai tu faccio anch'io.
- Allora domani coglieremo le bacche.
- E su quale riva vogliamo avvicinarci Petite-Aurore?
Si tenga presente che rispetto alla loro direzione di viaggio, quindi andando controcorrente, la riva sinistra del fiume apparteneva al Regno della Falsità e la riva destra apparteneva al Regno della Verità.
- Avviciniamoci alla sponda sinistra, lì la vegetazione è più ricca di bacche.
- Va bene, allora domani faremo come dici tu - concluse Little-Sun.
Quella notte Little-Sun sognò di nuovo il vecchio eremita, il quale gli raccomandò di accontentare Petite-Aurore ma di non mangiare nessuna bacca, perchè altrimenti sarebbe morto. Little-Sun si svegliò di soprassalto, impaurito per quello che gli aveva detto il vecchio, ma anche stavolta non riferì niente a Petite-Aurore.
Little-Sun si domandava nella sua mente perchè il vecchio aveva proibito solo a lui di cibarsi di bacche, mentre alla sua amica non l'aveva vietato. Era un enigma. Ma Little-Sun si era ripromesso di seguire le istruzioni dell'eremita e di avere fede nelle parole del suo vecchio amico. D'altra parte era stato sempre lui a salvarlo e a raccoglierlo ai margini della giungla, ora, perchè avrebbe dovuto ingannarlo? Little-Sun intuiva che doveva avere fiducia in lui, sebbene non riuscisse a trovarne il motivo.
Il mattino dopo si accostarono alla sponda sinistra. Senza mettere i piedi a terra, dall'imbarcazione Petite-Aurore colse le bacche che fortunatamente diversi alberi e arbusti protendevano verso le acque del fiume.
Petite-Aurore iniziò a mangiare le bacche voracemente, poi si ricordò di Little-Sun e notò che lui non ne prendeva.
- Perchè non ne vuoi? - chiese Petite-Aurore.
- Ho un po' di mal di pancia, non ne ho voglia.
- Strano Little-Sun, ieri avevi detto che eri goloso di bacche.
- Si, è vero, ma te l'ho detto che non sto bene, non mi sento di assaggiarle.
La cosa finì lì anche perchè nel pomeriggio si scatenò un tremendo temporale. Le acque si gonfiarono, aumentando la loro velocità. Little-Sun tentò di ancorare l'imbarcazione ma la corrente era troppo forte e rendeva il fondo del fiume instabile.
Malgrado i loro sforzi ed il loro pedalare frenetico, furono trascinati dalla corrente per un tratto notevole, perdendo molto tragitto. Quando il temporale iniziò a placarsi, riuscirono ad ancorare la barca e poterono finalmente dare un sospiro di sollievo.
Molta acqua era entrata nella imbarcazione e perciò la prima cosa che fecero fu quella di affrettarsi a buttarla fuori. Alleggerita la navicella e finito di piovere, accesero il fornellino e si asciugarono i vestiti.
Il fiume aveva perso la sua limpidezza e poichè l'acqua era torbida decisero di non berla almeno per un giorno.
Tranne quell'incidente tutto fu normale, troppo normale. Little-Sun e Petite-Aurore cominciarono ad insospettirsi di quella quiete.
Il vecchi aveva raccontato loro che sarebbero arrivati in una regione incantata ma, fino ad allora, tutto era stato normale. Ormai erano già molti giorni che stavano in viaggio ed avevano anche perso il senso del tempo. Ai due bambini sembrava di essere in viaggio da un'eternità, che su quell'imbarcazione ci fossero stati da sempre.
Un giorno Little-Sun pescò un pesciolino incolore: pensò che fosse insapore e lo rigettò nel fiume. Il giorno dopo pescò di nuovo un pesce incolore. Petite-Aurore gli disse che forse doveva trattarsi di una rara specie di pesci, originari di quel luogo; poichè ne era incuriosita lo conservò vivo in un recipiente pieno d'acqua.
La sera, man mano che si faceva buio, si accorse che il pesciolino diveniva fosforescente, cioè emanava una intensa luminosità.
- Che cosa strana... guarda come è luminoso! - disse Petite-Aurore.
- Sai cosa ti dico? A noi conviene tenerlo nel recipiente.
- Perchè Little-Sun, a cosa ci serve, non vorrai mica mangiartelo?
- No, che hai capito, io pensavo che lo possiamo utilizzare la notte come lanterna.
- Io l'avevo già immaginato, non sono mica stupida!
Da quel giorno sempre più spesso incontrarono quegli strani pesci luminosi. La notte le acque del fiume si illuminavano magicamente a causa di quei pesci. Una volta un branco intero di pesci fosforescenti si fermò al di sotto dell'imbarcazione, incuriositi dallo strano oggetto.
Little-Sun e Petite-Aurore non avevano il coraggio di assaggiare uno di quei pesci, per la paura che se fossero rimasti contaminati sarebbero diventati anche loro fosforescenti. D'altra parte il pesce normale era sempre più scarso e difficile da pescare; e le bacche non erano più reperibili senza scendere a terra.
Inoltre il fiume si stringeva sempre di più e dovevano stare sempre più attenti a restare giusto nel mezzo, per evitare che qualche animale pericoloso potesse saltare sull'imbarcazione e divorarli.
La vegetazione aveva cambiato il suo aspetto, risultando meno fitta e più simile ad una foresta nordica che ad una giungla tropicale. Il clima si era fatto più freddo ed un vento fresco agitava continuamente gli alberi.
Da quando erano partiti l'arroganza di Petite-Aurore era andata via via aumentando, inspiegabilmente, ma Little-Sun faceva finta di niente, pensando che forse era l'eccitazione per il viaggio a stimolare in lei quel senso di alterigia e che prima o poi quei modi antipatici le sarebbero passati.
Un'altra cosa aveva notato Little-Sun: Petite-Aurore tendeva sempre ad accostarsi alla riva sinistra. Comunque il viaggio procedeva molto meglio delle aspettative ed ormai sull'imbarcazione si sentivano al sicuro come nella loro vecchia isola.
CAPITOLO XIII
Il villaggio dei sogni
- Guarda Little-Sun!! - esclamò Petite-Aurore.
- Che c'è, che è successo!? - chiese Little-Sun spaventato per l'improvviso grido della sua amichetta.
Ma Petite-Aurore non riuscì a rispondere. Tutta tremante e rabbrividita indicò con il braccio una imbarcazione che veniva loro incontro, con sopra degli strani esseri luccicanti di forma sferica. Benchè preoccupato, Little-Sun cercò di calmare la sua amica.
- Non temere Petite-Aurore, non è detto che siano nemici. Può darsi anche che vengono in pace per salutarci, per offrirci la loro ospitalità. Forse sono gli abitanti del posto e vogliono soltanto sapere chi siamo. D'altronde noi non abbiamo armi e, quindi, dovrebbro capire che il nostro è un viaggio pacifico.
Mentre Little-Sun così rassicurava la sua compagna, la barca con tre strani esseri sferici si avvicinò lentamente. Il più grande dei tre li guardava incuriosito, poi disse:
- Chi siete?
CAPITOLO XIV
La cascata
A
CAPITOLO XV
Il labirinto
A
CAPITOLO XVI
Le spade
A
CAPITOLO XVII
Forze magnetiche
A
CAPITOLO XVIII
La falsità prevale
A
CAPITOLO XIX
Il deserto
A
CAPITOLO XX
La verità vince
A
*** lo scritto è in corso di trascrizione ***
*** Per continuare cliccare nell'indice il link alla PARTE III° ***
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FONTE : romanzo " L'Uomo Sovrastorico " di Carlo Sarno , pubblicato con STE edizioni a Napoli nel 1989 .
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