Musica Cristiana in relazione al mistero d'amore della Santissima Trinità
di Carlo Sarno
La musica, forse più di ogni altra forma d'arte, ha la capacità unica di oltrepassare la mente razionale e di parlare direttamente al cuore e all'anima, creando un "ponte emotivo" che facilita l'esperienza dell'amore di Dio. I compositori, pertanto, sono profondamente coinvolti nel progetto d'amore della Santissima Trinità come architetti dell'armonia divina e facilitatori dell'adorazione emotiva.
Ecco come si manifesta il loro coinvolgimento:
1. Riflesso dell'Armonia Trinitaria nella Struttura Musicale
La musica stessa è stata vista da teologi e compositori come un riflesso della perfetta armonia e relazione interna alla Trinità.
- La Triade come Simbolo: L'accordo di tre note (la triade, fondamentale nella musica occidentale) è stato simbolicamente collegato alla Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo in un'unica armonia. Questa struttura musicale fondamentale imita la coesistenza di tre persone distinte ma unite in un'unica essenza.
- Polifonia e Contappunto: Compositori come Johann Sebastian Bach hanno utilizzato la complessità del contrappunto e della fuga per creare texture sonore in cui voci diverse si muovono indipendentemente ma si fondono in un tutto armonioso.. Questo rispecchia visivamente e uditivamente la pericòresi, la danza d'amore eterna della Trinità, dove ogni persona divina agisce in modo unico in perfetta collaborazione con le altre. Bach stesso firmava spesso le sue partiture con le iniziali "S.D.G." (Soli Deo Gloria - A Dio solo la gloria), a sottolineare che la sua arte era un'offerta diretta a Dio.
2. Espressione dell'Amore Salvifico attraverso l'Emozione
La musica ha il potere di esprimere una vasta gamma di emozioni umane e divine, permettendo ai fedeli di connettersi con il progetto d'amore in modi che le parole da sole non possono fare.
- Handel e il Messiah: L'oratorio Messiah di Georg Friedrich Handel è un esempio lampante. Attraverso la musica, Handel non si limitava a narrare la storia di Cristo, ma mirava a muovere l'animo dell'ascoltatore verso la gratitudine e la conversione. Si dice che abbia sperato non solo di intrattenere, ma di "rendere migliori" le persone attraverso la sua musica. Il famoso coro "Hallelujah" è un'esplosione di gioia che celebra la vittoria di Cristo sulla morte, un momento culminante del progetto d'amore di Dio.
- La Musica come Preghiera e Adorazione: Per compositori e ascoltatori, la musica può diventare una forma di preghiera, un "dialogo con l'Eterno Dio". Permette ai fedeli di esprimere l'adorazione, la gratitudine e la lode (Salmi, inni e canti spirituali) in risposta all'amore incondizionato di Dio.
3. Ispirazione e Testimonianza Personale
Molti compositori hanno inteso la loro vocazione musicale come un dono di Dio da utilizzare per la Sua gloria.
- Olivier Messiaen: Compositore francese del XX secolo e teologo, affermava esplicitamente che la sua musica mirava a trasmettere verità teologiche e a "dire" qualcosa del mistero ineffabile della Trinità. Le sue opere sono intrise di simbolismo teologico e uniscono la contemplazione mistica a una profonda comprensione razionale della fede.
I compositori partecipano al progetto d'amore della Trinità fornendo il "suono" di quell'amore. Creano un linguaggio universale e profondamente personale che unisce la comunità dei credenti, eleva le menti e i cuori a Dio e permette alle persone di sperimentare la bellezza, l'armonia e la profondità emotiva del piano salvifico di Dio.
La musica cristiana è un potente strumento di comunicazione dell'amore della Santissima Trinità, in quanto è in grado di esprimere e far sperimentare quel mistero di relazione e comunione che è Dio stesso.
Ecco come si manifesta:
- Riflesso dell'amore trinitario: La Trinità è descritta come un mistero d'amore così perfetto da unire persone distinte (Padre, Figlio e Spirito Santo) in un solo Dio. La musica, con la sua armonia e la sinergia di diverse voci e strumenti, diventa una metafora udibile di questa unità nella diversità.
- Lode e adorazione: Molti canti sono espressioni dirette di lode e adorazione rivolte a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, come il classico inno "Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo". Essi aiutano i fedeli a entrare in dialogo con Dio e a rispondere al suo amore infinito.
- Esperienza dello Spirito Santo: Attraverso il canto e l'ascolto, i credenti possono sperimentare la presenza e l'azione dello Spirito Santo, che è l'Amore che unisce il Padre e il Figlio e viene effuso nei cuori. La musica diventa un canale per questa esperienza spirituale.
- Insegnamento e catechesi: I testi delle canzoni cristiane spesso narrano la storia della salvezza, l'incarnazione, la passione e resurrezione di Cristo, rendendo accessibile il mistero dell'amore di Dio per l'umanità. In questo modo, la musica ha anche una funzione didattica ed evangelizzatrice.
- Creazione di comunità: Il canto corale e comunitario favorisce l'unità tra i fedeli, riflettendo la comunione che Dio desidera per l'umanità, fatta a sua immagine e somiglianza.
La musica cristiana, quindi, non si limita a parlare dell'amore di Dio, ma diventa un'esperienza vissuta che permette ai credenti di partecipare, in modo sensibile ed emotivo, al dinamismo d'amore della Santissima Trinità.
Il rapporto tra musica cristiana e teologia simbolica è profondo, poiché la musica opera a un livello che va oltre la semplice parola, utilizzando simboli e metafore per comunicare verità spirituali e misteri divini. La musica stessa diventa un linguaggio simbolico che esprime ciò che la sola parola non riesce a comunicare pienamente.
Ecco come si sviluppa questo rapporto:
1. La Musica come Analogia di Dio e della Creazione
- L'Armonia come Simbolo dell'Ordine Divino: L'armonia musicale, con la sua unione di note diverse in un insieme coerente e piacevole, è vista come un'analogia dell'ordine e dell'unità presenti nella creazione di Dio e nella Trinità stessa (unità nella diversità).
- Il Suono come Emanazione del Verbo: Nella teologia cristiana, Dio crea attraverso la Parola (il Verbo). Il suono e la musica possono essere visti simbolicamente come un'eco di questa Parola creatrice, un'emanazione che permea l'esistenza e connette l'umano al divino.
2. Il Simbolismo nelle Forme e Strutture Musicali
- Numerologia e Struttura: In molte epoche storiche, in particolare nel Medioevo, la musica sacra ha utilizzato la numerologia simbolica (ad esempio, il numero tre per la Trinità) nella sua struttura, ritmica e melodia.
- Melismi e Ascensione Spirituale: L'uso dei melismi (una singola sillaba cantata su più note, tipico del canto gregoriano) può simboleggiare l'ascesa dell'anima verso Dio, un "sospirare" che va oltre il linguaggio razionale per esprimere un desiderio spirituale.
- Il Corale come Simbolo di Comunità: Nella Riforma luterana, il corale, con la sua melodia semplice e cantabile da tutta l'assemblea, divenne un potente simbolo teologico del sacerdozio universale dei credenti e dell'unità della comunità in preghiera.
3. La Musica come Linguaggio Affettivo e Pneumatico
- Teologia Affettiva: La musica ha una capacità unica di toccare le emozioni umane e di creare un "ponte" tra l'anima e Dio. Questa capacità emotiva è un simbolo della misericordia e della compassione divina, che condivide la nostra "passio".
- Canale dello Spirito Santo: La musica è considerata un canale attraverso il quale lo Spirito Santo può operare, ispirando i fedeli e permettendo loro di sperimentare la presenza di Dio a un livello profondo, che le parole da sole non possono raggiungere.
In sintesi, la teologia simbolica nella musica cristiana riconosce che il linguaggio musicale non è solo un ornamento della liturgia, ma un veicolo essenziale di significato teologico. Esso utilizza suoni, armonie e strutture per evocare, piuttosto che semplicemente descrivere, i misteri della fede.
L'escursus storico della musica cristiana mostra un'evoluzione che va dalle semplici radici ebraiche a una vasta gamma di stili moderni, sempre con l'obiettivo centrale di esprimere la fede e facilitare il culto.
1. Le Origini e l'Alto Medioevo (I - IX secolo)
- Radici Ebraiche: La musica cristiana delle origini trae forte ispirazione dalla tradizione giudaica, in particolare dai salmi e dagli inni cantati nelle sinagoghe.
- Monodia e Canto Gregoriano: Nei primi secoli, la musica era prevalentemente monodica (una singola linea melodica) e a cappella. Nel IV secolo, sotto l'impulso di Sant'Ambrogio, si diffusero gli inni con testi non tratti direttamente dalla Bibbia. Il canto gregoriano divenne la forma predominante di musica liturgica cattolica occidentale nel Medioevo, un canto monodico in latino che enfatizzava la riverenza e la preghiera.
2. Il Basso Medioevo e il Rinascimento (X - XVI secolo)
- Sviluppo della Polifonia: Verso la fine del Medioevo, la musica cristiana si arricchì con l'introduzione della polifonia, l'uso simultaneo di più linee melodiche indipendenti.
- Nuove Forme: Si svilupparono forme come il mottetto e la messa polifonica, che divennero centrali nella liturgia e richiesero compositori sempre più abili. La musica sacra e laica erano distinte, con la prima che manteneva un focus sulla solennità e l'uso di linguaggi arcaici.
3. La Riforma e il Barocco (XVI - XVIII secolo)
- Riforma Protestante: Figure come Martin Lutero introdussero il canto congregazionale in lingua volgare (locale) attraverso i corali, per permettere una partecipazione più attiva dei fedeli al culto.
- Grandi Compositori: Il periodo barocco vide la fioritura di capolavori di musica sacra da parte di maestri come Bach e Handel, che composero oratori, cantate e messe di grande complessità e impatto emotivo.
4. Il XIX e XX Secolo (Romanticismo ed Età Moderna)
- Gospel e Spirituals: Negli Stati Uniti, le tradizioni afroamericane diedero vita al gospel e agli spirituals, stili musicali radicati nella spiritualità cristiana e che ebbero un'enorme influenza sullo sviluppo di generi secolari come il blues e il jazz.
- Rinnovamento Liturgico: Nel XX secolo, il Concilio Vaticano II nella Chiesa Cattolica promosse un rinnovamento della musica liturgica, favorendo l'uso delle lingue locali e l'apertura a nuovi stili musicali.
5. L'Era Contemporanea (Dagli anni '70 ad Oggi)
- Contemporary Christian Music (CCM): Nata dal "Jesus Movement" tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, la CCM ha incorporato generi musicali popolari come rock, pop, hip-hop e metal, diventando un'industria multimiliardaria. Artisti come Larry Norman sono considerati i pionieri del Christian rock.
- Globalizzazione e Diversità: Oggi, la musica cristiana è incredibilmente varia, riflettendo culture globali e stili diversi, e continua a evolversi come un modo dinamico per esprimere la fede.
Questa evoluzione mostra una costante tensione tra la tradizione liturgica e l'adattamento ai linguaggi culturali contemporanei, sempre con l'obiettivo di lodare Dio e comunicare il Vangelo.
Il canto gregoriano e la musica d'organo sono ritenute particolarmente adatte a esprimere il mistero d'amore della Santissima Trinità per diverse ragioni che affondano nella teologia simbolica e nell'estetica liturgica tradizionale della Chiesa Cattolica.
Canto Gregoriano: Purezza e Monodia Contemplativa
Il canto gregoriano esprime il mistero trinitario attraverso la sua essenzialità e la sua purezza:
- Unità nella Semplicità: La monodia (una sola linea melodica) del gregoriano simboleggia l'unità indivisibile di Dio. Sebbene vi siano varie note, il canto segue un'unica traiettoria che rappresenta l'unico e solo Dio in cui risiede la Trinità.
- Intemporalità e Universalità: Il suo carattere modale, privo delle armonie tonali moderne, gli conferisce un senso di atemporalità e trascendenza, aiutando il fedele a sollevarsi oltre il tempo e lo spazio per contemplare il mistero eterno di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
- Meditazione del Verbo: Il canto gregoriano è intrinsecamente legato alla recitazione dei testi sacri in latino. La sua funzione principale è quella di far risuonare la Parola di Dio con dignità, facilitando la meditazione e l'interiorizzazione della Parola che è Cristo, la Seconda Persona della Trinità.
Musica d'Organo: Maestà e Pienezza Armonica
L'organo, tradizionalmente chiamato "re degli strumenti", è considerato particolarmente adatto per la sua ricchezza timbrica e la sua maestosità:
- Armonia come Riflesso della Comunione: A differenza della monodia, la musica d'organo è basata su una ricchissima armonia e polifonia. La capacità dell'organo di suonare simultaneamente molteplici voci e registri in perfetta armonia è vista come un potente simbolo della comunione trinitaria: tre Persone distinte che coesistono in una perfetta unità e relazione d'amore.
- Pienezza Sonora e Gloria di Dio: L'organo, con la sua vasta gamma dinamica che può riempire l'intera navata di una cattedrale, esprime la pienezza e la gloria di Dio Padre creatore. La sua maestosità aiuta a percepire la grandezza e la trascendenza del mistero di Dio.
- Sostegno alla Preghiera: L'organo non solo accompagna il canto, ma con i suoi preludi, interludi e postludi, crea un'atmosfera di solennità e reverenza che favorisce la contemplazione e l'adorazione del mistero divino.
La combinazione di gregoriano e organo offre un'esperienza liturgica che, attraverso linguaggi musicali diversi (monodia e polifonia, essenzialità e maestosità), riesce a evocare sia l'unità che la diversità delle Persone divine, permettendo ai fedeli di entrare in un'esperienza simbolica profonda del mistero trinitario.
L'aspetto liturgico della musica cristiana non si limita a un semplice "accompagnamento" delle funzioni, ma è parte integrante dell'azione liturgica stessa, un ministero che favorisce l'unità dei cuori e innalza gli animi alle cose celesti. La teologia liturgica considera la musica come un linguaggio privilegiato del cuore di Dio e dell'uomo.
Principi Teologico-Liturgici
- L'Azione di Cristo: Secondo la Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II, la liturgia è vista come un'"azione di Cristo". La musica sacra è un elemento essenziale di questa azione, non un ornamento opzionale.
- Modello Supremo: I documenti conciliari, come il Motu proprio "Tra le sollecitudini" di Pio X, considerano il canto gregoriano come il "supremo modello" della musica sacra; quanto più una composizione si accosta al gregoriano, tanto più è considerata sacra e liturgica.
- Partecipazione Attiva: Un principio chiave della riforma liturgica del Vaticano II è la promozione della "partecipazione attiva" dei fedeli. La musica deve essere scelta in modo da permettere questa partecipazione, attraverso canti, risposte e acclamazioni.
- Musica nella Liturgia vs. Musica della Liturgia: Esiste una distinzione teologica fondamentale tra la musica che viene semplicemente eseguita durante la liturgia (come un concerto) e la musica che è parte integrante e organica del rito stesso.
Ruolo del Canto Gregoriano e dell'Organo nella Liturgia
Nel contesto liturgico, gregoriano e organo svolgono funzioni specifiche che ne sottolineano l'adeguatezza:
- Canto Gregoriano come Canto Liturgico per Eccellenza:
- È un canto vocale, non accompagnato da strumenti, che pone l'accento sulla Parola di Dio.
- La sua lingua ufficiale è il latino, un elemento che storicamente ha garantito universalità e atemporalità alla preghiera della Chiesa.
- È il canto proprio della liturgia romana e la sua esecuzione, sia da solista che corale, è pensata per elevare gli animi e distoglierli dalle preoccupazioni terrene.
- Organo come Strumento Liturgico Privilegiato:
- L'organo non è un semplice strumento, ma è considerato il più adatto ad accompagnare il canto e a sostenere la maestosità e la solennità del culto divino.
- La sua ricchezza armonica e la sua capacità di creare un'atmosfera di profonda riverenza aiutano a cogliere la trascendenza del mistero di Dio.
L'aspetto liturgico, quindi, è il "luogo" in cui la musica diventa preghiera, non per un valore estetico fine a sé stesso, ma come un ministero che costruisce la Chiesa e l'aiuta a crescere nella fede.
I documenti ufficiali della Chiesa cattolica definiscono il ruolo e le caratteristiche della musica sacra nella liturgia, fornendo le basi teologiche e pastorali che giustificano l'uso del canto gregoriano e dell'organo come "modelli supremi".
I documenti principali che delineano questi principi sono:
1. Tra le sollecitudini (Motu proprio di San Pio X, 1903)
Questo documento ha posto le fondamenta della moderna legislazione sulla musica sacra, stabilendo principi chiari:
- Scopo della Musica Sacra: Il fine primario della musica sacra è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli.
- Qualità Necessarie: La musica sacra deve possedere tre qualità principali: la santità (deve escludere ogni profanità), la bontà delle forme (vera arte) e l'universalità (pur mantenendo adattamenti locali).
- Modello Supremo: Il canto gregoriano è definito il modello supremo di ogni musica sacra, a cui tutti gli altri generi devono ispirarsi per le sue caratteristiche di purezza e universalità.
- L'Organo: L'organo a canne è lo strumento tradizionale per eccellenza, lodato per la sua capacità di aggiungere splendore alle cerimonie e elevare la mente a Dio.
2. Sacrosanctum Concilium (Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Vaticano II, 1963)
Questo documento ha confermato e sviluppato i principi di Pio X, integrandoli nella più ampia riforma liturgica:
- Tesoro di inestimabile valore: La Costituzione afferma che la musica sacra è un tesoro di inestimabile valore e parte integrante della liturgia solenne.
- Partecipazione Attiva: Sottolinea l'importanza della partecipazione attiva, piena e consapevole di tutto il popolo di Dio. La musica deve favorire questo coinvolgimento, non solo come ornamento, ma come azione liturgica.
- Conferma del Gregoriano: Ribadisce che il canto gregoriano, come canto proprio della liturgia romana, sia conservato e tenuto in grande onore.
- Apertura ad altri generi: Pur confermando la preminenza del gregoriano e dell'organo, il documento apre anche all'uso di altri generi musicali, inclusa la polifonia e la musica in lingua volgare, purché siano adatti allo spirito dell'azione liturgica e conformi alla dottrina cattolica.
3. Musicam Sacram (Istruzione della Congregazione dei Riti, 1967)
Questo documento ha fornito norme pratiche per l'applicazione delle indicazioni del Concilio:
- Gradi di Partecipazione: Stabilisce una gerarchia dei canti, suggerendo di privilegiare innanzitutto il canto delle parti dialogate tra il sacerdote e il popolo, e poi le parti proprie della Messa.
- Forma Nobile: Ribadisce che l'azione liturgica assume una forma più nobile quando è celebrata in canto.
- Ruolo dell'Organo: Specifica che l'organo può accompagnare il canto del coro e del popolo e può essere suonato come solista, tranne in alcuni periodi liturgici come l'Avvento e la Quaresima.
In sintesi, questi documenti forniscono il quadro normativo che eleva il canto gregoriano e la musica d'organo a modelli normativi per la loro capacità intrinseca di esprimere la santità e l'universalità della fede cattolica, pur aprendo la porta ad una sana e guidata evoluzione della musica liturgica che favorisca la partecipazione attiva del popolo di Dio.
Il rapporto tra l'icona e il canto gregoriano, nell'ambito della teologia simbolica e dell'estetica cristiana, è un'analogia profonda basata su principi condivisi di incarnazione, trascendenza e funzione liturgica. Entrambe le forme d'arte sono considerate "finestre sull'eterno", veicoli di grazia divina che superano la semplice espressione estetica o emotiva.
Fondamento Teologico: L'Incarnazione
La base teologica comune risiede nel dogma dell'Incarnazione: Dio si è fatto carne in Cristo, rendendo il divino visibile e udibile attraverso la realtà materiale.
- L'Icona come Teologia Visibile: Gli iconoduli (coloro che venerano le icone) sostengono che, poiché Dio è diventato visibile, è legittimo e necessario raffigurarlo. L'icona non è un idolo, ma un'immagine che rimanda al prototipo; la venerazione rivolta all'immagine si trasferisce alla persona raffigurata. L'arte dell'icona è, pertanto, una professione di fede nell'umanità e divinità di Cristo.
- Il Canto Gregoriano come Teologia Uditiva: Allo stesso modo, il canto gregoriano "incarna" la Parola di Dio nella voce umana e nel suono. La sua essenzialità e purezza melodica fanno sì che il testo sacro sia il protagonista, permettendo al Verbo (Parola) di risuonare con dignità e riverenza. Il canto eleva il testo, lo "veste" di una forma sonora nobile che ne esprime il contenuto teologico.
Estetica Condivisa: Trascendenza e Ordine Divino
Sia l'icona che il gregoriano condividono un'estetica che rifiuta il naturalismo emotivo a favore di un linguaggio simbolico e ordinato:
- Linguaggio Stilizzato e Canonico: L'iconografia segue canoni e proporzioni precise, non per riprodurre la realtà sensibile, ma per rappresentare una realtà trasfigurata e ordinata da Dio. Allo stesso modo, il canto gregoriano è rigorosamente monodico, basato su modi (scale modali) specifici, con una notazione che enfatizza il ritmo del testo e non l'emozione soggettiva dell'esecutore. Entrambi evitano l'espressione soggettiva dell'artista per aderire a una grammatica condivisa della fede.
- Distanza dalla Materialità: L'icona utilizza colori simbolici e una prospettiva "inversa" per attirare l'osservatore nella realtà divina piuttosto che rappresentare il mondo materiale in modo realistico. Il gregoriano, con la sua melodia fluida e non misurabile con precisione metrica, distoglie l'attenzione dai ritmi terreni per immergere l'ascoltatore in un ordine cosmologico divino.
Funzione Liturgica: Strumenti di Preghiera e Contemplazione
Entrambe le forme d'arte sono inseparabili dal loro contesto liturgico, non sono oggetti d'arte da museo, ma strumenti per la preghiera.
- Dalla Preghiera alla Preghiera: L'icona nasce dalla preghiera dell'iconografo e guida il fedele alla preghiera, aiutandolo a percepire la "trasparenza dello Spirito". Il canto gregoriano, radicato nei salmi e negli inni, arricchisce la liturgia plasmando la spiritualità cristiana ed esprimendo la gioia profonda del Vangelo attraverso la preghiera cantata.
In definitiva, l'icona e il canto gregoriano sono due espressioni parallele e complementari della stessa teologia simbolica, che utilizzano linguaggi diversi (visivo e uditivo) per superare i limiti dei sensi e mediare l'esperienza del mistero divino.
Analizziamo due esempi concreti per illustrare come l'icona e il canto gregoriano funzionano come linguaggi simbolici complementari nella teologia cristiana.
Esempio 1: L'Icona della Trinità di Rublëv
L'Icona della Santissima Trinità di Andrej Rublëv (c. 1425) è forse l'esempio più sublime di teologia simbolica visiva:
- Linguaggio Visivo e Simbolismo: L'icona raffigura i tre angeli che fecero visita ad Abramo (Genesi 18), ma la rappresentazione trascende l'evento narrativo per simboleggiare le Tre Persone divine.
- Unità e Relazione: I tre angeli sono disposti in un cerchio perfetto, simbolo di eterna comunione e unità. Non c'è gerarchia visiva: sono uguali nella forma e nell'espressione.
- Prospettiva Inversa: La linea del tavolo e le aureole non seguono la prospettiva rinascimentale, ma quella "inversa", per indicare che la realtà divina è al di là della nostra prospettiva umana. È l'occhio di Dio che osserva noi, invitandoci alla comunione.
- Corrispondenza con la Teologia: L'icona comunica il mistero dell'amore trinitario come un dinamismo di relazione, un invito aperto alla comunione con Dio e tra gli uomini.
- Musica Corrispondente: La musica d'organo polifonica del periodo rinascimentale, con la sua ricchezza armonica e il fluire di diverse voci (simbolo delle diverse persone/voci nella comunità), ha un'estetica che si avvicina a questa idea di ricchezza e comunione ordinata.
Esempio 2: Il Canto Gregoriano Kyrie eleison
Il Kyrie eleison è un esempio perfetto di teologia simbolica uditiva:
- Linguaggio Uditivo e Simbolismo: È una supplica a Dio ("Signore, pietà; Cristo, pietà") espressa in forma monodica, che risuona come un sospiro dell'anima:
- Monodia e Trascendenza: L'assenza di armonia o accompagnamento strumentale costringe l'ascoltatore a concentrarsi unicamente sulla linea melodica e sul testo, facilitando la trascendenza e la meditazione. La voce umana non è "espressiva" nel senso moderno, ma "strumentale" alla preghiera.
- Struttura Trinitaria: Spesso, il testo stesso ha una struttura che allude alla Trinità (Kyrie 3 volte, Christe 3 volte, Kyrie 3 volte), sebbene la melodia rimanga unitaria.
- Corrispondenza con la Teologia: Il canto esprime la totale dipendenza dell'uomo da Dio e la sua umiltà di fronte al Creatore. La sua purezza è un simbolo della purezza di cuore richiesta per accostarsi a Dio.
- Icona Corrispondente: Un'icona del Cristo Pantocratore, severa ma misericordiosa, con uno sguardo diretto e ieratico (sacro), si abbina perfettamente all'atmosfera di solenne supplica del Kyrie gregoriano. L'icona, come il canto, non è emotiva, ma trasmette una verità spirituale eterna e immutabile.
Sia l'icona che il canto gregoriano richiedono un approccio contemplativo; non sono pensati per piacere estetico superficiale, ma per essere "letti" (l'icona) o "ascoltati" (il canto) come linguaggi simbolici che rivelano il mistero di Dio e guidano l'anima alla preghiera.
Le caratteristiche per una musica cristiana contemporanea coerente con la ricca tradizione teologica e simbolica che abbiamo esplorato, richiedono un equilibrio tra l'adattamento ai linguaggi moderni e la fedeltà ai principi perenni della liturgia e della fede.
Ecco le caratteristiche chiave che dovrebbe possedere:
1. Radicamento Teologico (Santità del Contenuto)
Il contenuto testuale deve essere impeccabile dal punto di vista dottrinale.
- Fedeltà alla Scrittura e alla Tradizione: I testi devono riflettere fedelmente la Sacra Scrittura, il Magistero e la Tradizione della Chiesa. Devono comunicare l'amore della Trinità, il mistero pasquale e la dottrina cristiana in modo chiaro e profondo.
- Evitare la Superficialità: Deve resistere alla tentazione di testi emotivamente manipolatori, banali o concentrati eccessivamente sul sé, a scapito della lode e dell'adorazione di Dio.
2. Qualità Artistica (Bontà delle Forme)
La musica contemporanea, pur utilizzando stili moderni (pop, rock, hip-hop), deve mantenere un'elevata qualità artistica.
- Vera Arte: Come richiesto da San Pio X, deve essere "vera arte". Non si tratta di copiare pedissequamente la musica secolare, ma di utilizzare i linguaggi musicali contemporanei in modo creativo ed eccellente per esprimere il sacro.
- Dignità e Riverenza: L'arrangiamento e l'esecuzione devono mantenere un senso di dignità e riverenza, evitando volgarità o un'estetica puramente da intrattenimento.
3. Funzione Liturgica e Pastorale
La musica deve essere funzionale al culto e alla comunità, non al mero ascolto individuale.
- Partecipazione Attiva: Deve permettere e incoraggiare la partecipazione attiva dell'assemblea. I ritornelli, le melodie e le strutture devono essere accessibili e cantabili da tutti i fedeli, pur mantenendo un'adeguata profondità.
- Adattamento Culturale: Può e deve adattarsi alle diverse culture e sensibilità, pur mantenendo l'universalità della fede. Il Motu proprio e la Sacrosanctum Concilium permettono un'inculturazione della musica, purché sia adatta allo spirito dell'azione liturgica.
4. Coerenza con l'Estetica Simbolica
La musica contemporanea può imparare dall'estetica dell'icona e del gregoriano per quanto riguarda il simbolismo:
- Trascendenza vs. Intrattenimento: La musica deve aiutare i fedeli a sollevarsi dalla realtà terrena verso Dio (trascendenza), non fungere da sottofondo emotivo o da intrattenimento.
- Ordine e Armonia: L'uso consapevole di armonie ricche e strutture ordinate può riflettere, come l'organo e la polifonia, l'armonia e l'ordine della creazione e della Trinità.
In sintesi, una musica cristiana contemporanea coerente non deve essere un pastiche di stili mondani con testi religiosi, ma un linguaggio che, pur parlando all'uomo di oggi, rispetta i principi teologici e liturgici che hanno guidato la musica sacra per secoli, aiutando i fedeli a partecipare pienamente al mistero d'amore della Santissima Trinità.
La musica liturgica moderna in Italia comunica l'amore trinitario attraverso testi diretti, un linguaggio musicale accessibile e un'enfasi sull'esperienza comunitaria e l'immersione emotiva nella fede.
Ecco come compositori e musicisti italiani contemporanei partecipano a questo progetto d'amore:
1. Centralità del Testo e Linguaggio Diretto
A differenza del latino e del canto gregoriano, la musica liturgica moderna in Italia, nata in gran parte dopo il Concilio Vaticano II, si avvale dell'italiano, rendendo il messaggio immediatamente comprensibile. I testi sono spesso ispirati direttamente dalle Scritture, ma riformulati in un linguaggio poetico e accessibile che esprime la relazione personale con Dio.
- Messaggio dell'Amore: Brani come "Dov'è carità e amore" di Terenzio Zardini o innumerevoli canti del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) come "Dio è amore" o "Amore immenso" mettono l'accento in modo esplicito e ripetitivo sul concetto di Dio come amore. Questi canti non lasciano spazio a dubbi interpretativi, ma proclamano la natura stessa di Dio come carità perfetta.
- Esperienza Personale: Molti canti moderni utilizzano la prima persona singolare ("Io ti canterò, Signor", "Mio Signor") permettendo al fedele di interiorizzare il messaggio e di esprimere una risposta d'amore personale a Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
2. Coinvolgimento Emozionale e Stili Musicali Vari
La musica moderna si allontana dalla rigidità di certi canti gregoriani per abbracciare melodie più cantabili, ritmi moderni e armonie che toccano le corde emotive dei partecipanti.
- Accessibilità e Partecipazione: L'obiettivo principale è la partecipazione attiva dell'assemblea. Melodie semplici e orecchiabili permettono a tutta la comunità di unirsi nel canto, creando un'esperienza condivisa di fede e amore. Questo rispecchia l'idea di Chiesa come popolo unito nell'amore trinitario.
- Autori Principali: Figure come Mons. Marco Frisina, noto direttore del Coro della Diocesi di Roma e compositore prolifico, hanno creato canti che combinano una certa solennità con un'accessibilità melodica. Brani come "Eccomi" o "Trinità che adoro" sono diventati molto popolari, contribuendo a un'esperienza di fede sentita e partecipata.
3. La Musica come Testimonianza e Comunione
L'artista moderno, in Italia, è spesso un laico o un sacerdote che vive in mezzo alla gente, e la sua musica nasce dall'esperienza pastorale e dalla vita reale della comunità.
- Amore Condiviso: La musica liturgica moderna aiuta a creare un senso di "comunanza" e "comunione" tra i fedeli. Cantare insieme rafforza il legame tra le persone e con Dio, riflettendo il modello relazionale della Trinità stessa, che è una perfetta comunione d'amore.
L'arte musicale moderna in Italia, quindi, comunica l'amore trinitario attraverso la immediatezza del linguaggio, il coinvolgimento emotivo e l'enfasi sulla partecipazione comunitaria, rendendo l'esperienza di Dio accessibile e viva per il credente contemporaneo.
Analizziamo il testo di uno dei canti liturgici italiani moderni più noti e amati, che esprime con chiarezza e semplicità il progetto d'amore di Dio: "Dov'è carità e amore", spesso utilizzato durante la liturgia eucaristica.
Il testo originale latino inizia con Ubi caritas et amor, ed è stato musicato in diverse versioni italiane, tra cui una molto diffusa attribuita a Terenzio Zardini o utilizzata nelle comunità neocatecumenali.
Analisi del Testo: "Dov'è carità e amore"
Il testo si concentra sull'amore fraterno come segno tangibile della presenza di Dio. La struttura è iterativa e meditativa.
Strofa 1:
Dov’è carità e amore,
lì c’è Dio.
Questo incipit è la sintesi teologica del messaggio: l'amore (carità) tra le persone non è solo un precetto etico, ma il luogo teologico dove la presenza di Dio si manifesta concretamente. L'amore trinitario è per sua natura effusivo, si riversa nel mondo attraverso l'amore che i cristiani vivono tra loro.
Strofa 2:
Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amore:
godiamo nel Signore, rallegriamoci.
Temiamo e amiamo il Dio vivente;
e amiamoci tra noi con cuore sincero.
Qui il testo identifica la fonte dell'amore: Cristo amore. È Lui che raduna l'assemblea (la Chiesa), e l'effetto di questa unione è la gioia e la letizia. L'amore trinitario (espresso in Cristo) genera la comunione umana ("amiamoci tra noi con cuore sincero"). La carità fraterna diventa la risposta umana al progetto d'amore divino.
Strofa 3:
Siam tutti un corpo, tutti un cuore solo,
e la colpa che ci divide, non più.
Cessino le contese e le liti maligne,
e in mezzo a noi sia Cristo Dio.
Questa strofa sviluppa il concetto paolino del "Corpo di Cristo". L'amore trinitario (che è unità nella diversità) è il modello per la comunità cristiana. Il canto esorta a superare le divisioni e i conflitti, affinché la presenza di Cristo (e quindi della Trinità) possa essere pienamente realizzata nella comunità. L'unità non è solo un ideale, ma una realtà resa possibile dal progetto salvifico di Dio.
Strofa 4:
Contempliamo insieme estasiati
il volto santo di Cristo Dio.
La gioia del cuore sia immensa e viva,
gustiamo la pace con Cristo Dio.
Qui il focus diventa escatologico e mistico. L'amore vissuto sulla terra permette già di "contemplare" e "gustare" la pace e la gioia che si realizzeranno pienamente nella vita eterna, dove si vedrà il volto di Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) senza veli.
In sintesi:
La musica liturgica moderna, attraverso testi come "Dov'è carità e amore", comunica il progetto d'amore della Trinità in modo molto pratico:
- Immediata Rivelazione: Dio è amore e si manifesta nell'amore fraterno vissuto concretamente.
- Modello Trinitario: L'unità della comunità cristiana (un corpo, un cuore) rispecchia l'unità della Trinità.
- Risposta Umana: Il canto coinvolge emotivamente i fedeli, spingendoli a una risposta attiva: amare per sperimentare Dio.
L'artista, in questo caso il compositore, ha fornito un veicolo musicale e testuale che trasforma un concetto teologico profondo e misterioso in un'esperienza comunitaria e cantabile di fede vissuta.
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