giovedì 20 novembre 2025

Progettare, costruire e abitare con Dio nella Architettura Cristiana, di Carlo Sarno

 

Progettare, costruire e abitare con Dio nella Architettura Cristiana 

di Carlo Sarno

Progetto Chiesa dell'Autostrada, di Giovanni Michelucci
disegno preliminare

"Progettare, costruire e abitare con Dio" è un'espressione che va oltre il senso letterale, assumendo un profondo significato spirituale e vocazionale. Implica l'idea di condurre la propria vita in accordo con i principi della fede e l'amore di Dio.
Ecco i concetti chiave:
  • Progettare con Dio: Significa discernere e seguire il piano o la vocazione che Dio ha per la propria vita. Implica prendere decisioni e stabilire obiettivi non basati solo su desideri personali, ma cercando la guida divina e facendo affidamento sulle Sue promesse di vita.
  • Costruire con Dio: Riguarda la realizzazione pratica di questo progetto. Significa edificare la propria esistenza, le relazioni e le opere quotidiane (inclusa, in alcuni contesti, l'architettura sacra) basandosi sulla solidità della fede, che nella simbologia biblica è spesso rappresentata come una "roccia". Tutte le azioni dovrebbero scaturire da un atto d'amore e mirare alla realizzazione dell'amore di Dio nel mondo.
  • Abitare con Dio: Questo è lo stato finale, che rappresenta una comunione costante e profonda con il divino. Significa vivere quotidianamente alla Sua presenza, in uno stato di pace, fiducia e tranquillità, rendendo la propria vita e il mondo intorno a sé un luogo accogliente per l'amore di Dio. 
In sintesi, l'espressione esorta a vivere un'esistenza in cui ogni fase – dalla pianificazione all'attuazione, fino alla fruizione – sia permeata dalla relazione con Dio, facendo della propria vita una testimonianza viva della Sua presenza e del Suo amore. 



I concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" si radicano profondamente nella teologia cristiana e nell'esperienza umana della vocazione, attingendo a metafore bibliche consolidate, in particolare quella della "casa" e della "roccia". 
1. Progettare con Dio: Il Discernimento Vocazionale
Progettare con Dio significa riconoscere che la vita non è frutto del caso, ma risponde a un disegno divino preesistente. 
  • Discernimento: Implica un costante ascolto della Parola di Dio e un'attenta riflessione (spesso attraverso la preghiera e la "lectio divina") per comprendere la Sua volontà. Non si tratta di annullare i desideri personali, ma di allinearli al progetto di amore universale di Dio.
  • Fondamento: Il progetto ha come fondamento Cristo stesso, la "pietra angolare" (come descritto nella Lettera agli Efesini 2,19-22). La saggezza, in questa fase, consiste nel calcolare le spese, come nel Vangelo di Luca, ovvero valutare l'impegno necessario per portare a termine l'opera della propria vita secondo i valori evangelici.
  • Visione: Significa guardare oltre l'immediato, abitando il futuro con speranza e fiducia nelle promesse di Dio, anche di fronte alle fragilità della vita. 
2. Costruire con Dio: L'Agire Quotidiano e la Testimonianza
La fase della costruzione è l'attuazione pratica del progetto, l'etica della fede tradotta in azioni concrete.
  • Costruire sulla Roccia: Riprendendo la parabola evangelica, "costruire con Dio" significa mettere in pratica le Sue parole, facendo della fede il terreno solido su cui edificare l'esistenza. Avere questo fondamento assicura stabilità di fronte alle "tempeste" (le difficoltà, le tentazioni) della vita.
  • Architettura dell'Amore: L'azione del costruire è orientata alla realizzazione dell'amore di Dio nel mondo. Ogni gesto, relazione e opera (dal lavoro alla famiglia, all'impegno sociale) diventa un mattone di questa "architettura cristiana", che è autentica solo se scaturisce da un atto d'amore.
  • Essere Chiesa/Tempio: A livello comunitario, i cristiani stessi sono le pietre vive del "tempio" o "casa di Dio", dove Egli abita. Costruire con Dio è quindi anche un'azione sinodale, comunitaria. 
3. Abitare con Dio: La Comunione e la Pace Interiore
"Abitare con Dio" è la dimensione esistenziale e mistica, il fine ultimo del cammino spirituale, che si realizza in parte già sulla terra.
  • Presenza Costante: Significa vivere ogni momento nella consapevolezza della presenza di Dio, permettendogli di "guardare nelle stanze più recondite del cuore". Porta a un senso di sicurezza, appartenenza e pace interiore.
  • Stato dell'Anima: È uno stato di comunione profonda, dove l'uomo non si sente più solo, ma accompagnato e guidato. La vita stessa diventa una dimora accogliente per lo Spirito divino.
  • Testimonianza Viva: Chi abita con Dio diventa a sua volta "testimone vivo di speranza" per gli altri, capace di mostrare con la propria vita la possibilità di questa relazione profonda. 
In sintesi, i tre concetti descrivono un cammino unitario che parte dall'orientamento della volontà ("progettare"), passa attraverso l'azione coerente ("costruire") e culmina nella pienezza della comunione e della pace spirituale ("abitare") con Dio.

I concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" influenzano profondamente l'architettura, in particolare quella sacra, trasformando la costruzione di edifici da un atto puramente funzionale a un'espressione tangibile della fede e un veicolo di esperienza spirituale.
Ecco come si manifesta questa influenza nelle diverse fasi:
1. Progettare con Dio: Intenzionalità e Simbolismo 
Il progetto architettonico diventa un atto di discernimento e creatività che imita l'atto creativo di Dio, portando ordine dal caos. 
  • Scopo e Funzione: La progettazione è guidata dalla necessità di creare uno spazio che faciliti l'incontro con il divino. Ogni elemento ha un proposito teologico, non solo pratico.
  • Orientamento e Forma: L'orientamento delle chiese (spesso verso Est, Gerusalemme) e la pianta stessa (a croce, circolare) sono scelte simboliche che riflettono credenze cosmologiche e teologiche.
  • Luce: La luce naturale non è solo un elemento estetico, ma un simbolo della presenza di Dio o della trascendenza, attentamente studiata per guidare l'esperienza del fedele.
  • Proporzioni e Armonia: L'armonia delle proporzioni e la bellezza dell'edificio riflettono gli attributi divini di ordine e bellezza, cercando di ricreare la perfezione della Gerusalemme celeste descritta nella Bibbia. 
2. Costruire con Dio: Etica, Materiali e Comunità
La fase di costruzione riflette l'idea di edificare sulla "roccia" della fede e l'unità della comunità cristiana come "pietre vive".
  • Solidità e Fondamento: La scelta di materiali durevoli e la cura nella costruzione simboleggiano la solidità della fede. Il riferimento biblico a Cristo come "pietra angolare" (Efesini 2,19-22) è un principio strutturale e metaforico fondamentale.
  • Edificio come Tempio Vivo: L'architettura deve ricordare ai fedeli che sono essi stessi il tempio di Dio. L'edificio fisico diventa un'icona che rimanda a questa realtà spirituale, promuovendo un senso di unità e scopo comune.
  • Uso dei Materiali: L'uso onesto e significativo dei materiali (come legno, pietra, vetro) può riflettere la cura di Dio per il creato e l'integrazione con l'ambiente circostante. 
3. Abitare con Dio: Esperienza e Trasformazione
L'esperienza finale dello spazio architettonico è pensata per elevare lo spirito e facilitare la comunione con Dio.
  • Spazio di Contemplazione: L'architettura sacra crea un'atmosfera che favorisce la quiete, la preghiera e l'introspezione, aiutando le persone a connettersi con il loro sé interiore e con il divino.
  • Senso del Mistero: Attraverso l'uso sapiente dello spazio, dell'acustica, e dell'arte (mosaici, vetrate), l'edificio trasmette un senso di trascendenza, mistero e maestosità che ispira stupore e reverenza.
  • Comunione e Accoglienza: Lo spazio è progettato per accogliere la comunità (assemblea liturgica), rafforzando il legame tra i fedeli e la loro relazione con Dio, promuovendo inclusività e senso di appartenenza. 
In questo modo, l'architettura diventa un linguaggio visivo e spaziale che proclama la verità del Vangelo, rendendo tangibile la dimensione spirituale. 


Esistono diverse teorie architettoniche e teologiche che approfondiscono la relazione tra architettura e spiritualità, fornendo un quadro concettuale per i concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio". 
Queste teorie si possono raggruppare in diverse correnti di pensiero:
1. La Teoria dell'Architettura come "Atto di Co-creazione" 
Questa prospettiva, radicata nella tradizione, vede l'architetto come un co-creatore con Dio. 
  • Principio: L'architettura non è solo un atto funzionale, ma un'imitazione dell'atto creativo divino. L'architetto segue le leggi e i modelli presenti nella natura, che sono visti come l'opera originale di Dio, per creare edifici che siano in armonia con l'universo.
  • Concetti: Include l'idea che l'edificio debba avere sia una "forma" che una "materia", che si riferiscono rispettivamente agli aspetti spirituali e materiali di ogni costruzione. L'obiettivo è creare luoghi che favoriscano la salute (nel senso più ampio di benessere) e l'armonia, non solo il comfort materiale.
  • Influenza: Questa teoria ha guidato la costruzione di molti edifici tradizionali in diverse culture, dove la geometria, le proporzioni e l'orientamento erano carichi di significato cosmologico. 
2. La Teoria dello Spazio Sacro e del "Tempio Cosmico"
Questa teoria si basa sull'idea che gli edifici sacri siano micro-modelli del cosmo. 
  • Principio: Il tempio, la chiesa sono progettati per essere la dimora di Dio sulla terra, un luogo in cui Egli "riposa" nel senso di mantenere l'ordine e la sicurezza. La progettazione del cosmo stesso, secondo alcune interpretazioni bibliche, è vista come l'atto di un "Grande Architetto del Tempio".
  • Concetti: L'architettura media la presenza e la gloria divine. La relazione tra Dio e l'umanità richiede uno spazio e un tempo concreti per realizzarsi, e l'architettura fornisce questo "luogo" (dal greco topos).
  • Influenza: Questa prospettiva giustifica l'uso di dimensioni perfette, materiali preziosi e simbolismi (come la Nuova Gerusalemme in Rivelazione, descritta in termini architettonici perfetti) per riflettere la gloria di Dio e il Suo progetto di salvezza. 
3. La Teoria dell'Esperienza Fenomenologica e del "Tatto" del Sacro
Questa corrente, più moderna, si concentra sull'esperienza sensoriale e personale dell'individuo all'interno dello spazio. 
  • Principio: L'architettura non "insegna" cosa sia il sacro, ma può "toccarlo" e attrarre le persone verso di esso. Il sacro può manifestarsi in un angolo, nel gioco di luci, o nella materialità, e l'architetto ha la responsabilità solenne di creare le condizioni affinché questo rapporto intimo del sacro possa avvenire.
  • Concetti: L'esperienza architettonica non è solo visiva, ma multisensoriale. La materialità, l'acustica, e l'uso della luce (come negli esempi di Le Corbusier o Meier) sono strumenti per suscitare emozioni, stupore e un senso di trascendenza, aiutando l'individuo a trovare quiete e connessione.
  • Influenza: Questa teoria ha portato a chiese moderne e contemporanee che rompono con la tradizione formale per esplorare nuovi linguaggi espressivi, spesso minimalisti o espressionisti, per favorire l'incontro personale con il divino. 
4. La Teoria del Funzionalismo Spirituale
Questa teoria, emersa con la modernità, cerca di bilanciare la funzionalità pratica con il bisogno spirituale. 
  • Principio: Anche se il funzionalismo puro ha a volte sostituito il simbolismo tradizionale, l'architettura sacra deve comunque adempiere al suo scopo primario: facilitare la liturgia e la vita della comunità. La forma segue la funzione, ma la "funzione" include il benessere spirituale e l'accoglienza comunitaria.
  • Concetti: La tipologia architettonica (pianta basilicale, centrale, ecc.) è un modo in cui la società trasmette valori culturali e risponde a bisogni specifici. L'innovazione deve essere radicata nella tradizione spirituale per rimanere significativa. 
Queste teorie dimostrano che "progettare, costruire e abitare con Dio" in architettura è un campo di indagine ricco e in continua evoluzione, che intreccia teologia, estetica, ingegneria ed esperienza umana.


L'architetto italiano contemporaneo Carlo Sarno ha sviluppato una teoria che definisce l'"Architettura Organica Cristiana", e i concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" come base fondamentale dell'architettura cristiana. 
Per Sarno, l'architettura organica cristiana non è solo un movimento estetico o di sostenibilità ambientale (come nell'accezione originaria di Frank Lloyd Wright, sebbene ne condivida il rispetto per la vita), ma una vera e propria scelta etica, spirituale e teologica. 
La Teoria di Carlo Sarno
Il fondamento dell'intera teoria di Sarno è che l'architettura, per essere veramente cristiana e organica, deve scaturire dall'Amore, poiché "Dio è Amore". 
  • Cristo come Misura: Gesù Cristo è la "misura, la proporzione e il fondamento" dell'architettura cristiana. L'umanità di Cristo, in quanto perfetta unione tra divino e umano, diventa il modello per un'architettura che integra armoniosamente lo spirito e la materia.
  • Architettura come Atto d'Amore: Un edificio è "buono" e "organico" solo se nasce da un atto d'amore, che coinvolge tutti i partecipanti al processo (architetti, costruttori, utenti, ecc.).
  • Finalità dell'Amore di Dio: La finalità principale dell'architettura è la "realizzazione dell'amore di Dio nel mondo". 
Rapporto con i Concetti "Progettare, Costruire e Abitare con Dio" 
I concetti che abbiamo esplorato in precedenza sono i pilastri su cui poggia l'intera teoria di Sarno:
  • Progettare con Dio: Per Sarno, questo significa che il progetto architettonico deve essere un atto di discernimento spirituale, guidato dalla Parola del Vangelo. L'architetto progetta non solo per le esigenze umane funzionali, ma per promuovere la Parola di Cristo e la Sua presenza nel mondo, facendo del Vangelo il vero manuale di progettazione.
  • Costruire con Dio: Si traduce nell'etica della costruzione. Significa utilizzare la migliore tecnica e i migliori materiali non per ostentazione, ma per onorare Dio e la dignità umana. La solidità e la cura nella realizzazione sono la manifestazione fisica della saldezza della fede sulla "roccia" che è Cristo.
  • Abitare con Dio: Questo è il fine ultimo. L'architettura organica cristiana di Sarno mira a creare spazi che siano luoghi di vera comunione (la koinonia cristiana). L'edificio deve favorire un'esperienza di pace, armonia e benessere spirituale, permettendo alle persone di sentirsi non solo a casa, ma in un luogo in cui Dio stesso abita e si manifesta attraverso la bellezza, la luce e l'armonia delle forme organiche. 
In sintesi, la teoria di Carlo Sarno fornisce un quadro esplicito che collega l'architettura organica ai principi cristiani, vedendo i concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" come la fondazione spirituale che rende un'opera architettonica non solo funzionale ed estetica, ma autenticamente cristiana.


I concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" sono visti da molti teorici e architetti come i principi fondamentali che definiscono le caratteristiche di una "vera" architettura cristiana – dove "vera" non significa aderente a un unico stile storico (come il gotico o il romanico), ma autentica nell'esprimere la fede.
Questi concetti si traducono nelle seguenti caratteristiche chiave:
1. Intenzionalità Teologica e Simbolismo
  • Caratteristica: Ogni elemento ha un significato che rimanda al trascendente.
  • Influenza dei concetti: Il "progettare con Dio" richiede che lo spazio sia pensato come un veicolo di catechesi e contemplazione. La forma dell'edificio (pianta a croce, circolare, ottagonale), l'orientamento, e persino il numero di finestre o colonne sono scelti per raccontare la storia della salvezza e i dogmi della fede.
2. Solidità Strutturale ed Onestà dei Materiali
  • Caratteristica: La costruzione è solida, duratura e mostra un uso rispettoso e onesto dei materiali.
  • Influenza dei concetti: Il "costruire con Dio" si traduce nell'etica del "costruire sulla roccia". L'architettura cristiana autentica evita facili espedienti o l'inganno strutturale. La solidità fisica riflette la fermezza della fede e la promessa dell'eternità.
3. Centralità della Luce Naturale
  • Caratteristica: La luce è l'elemento architettonico principale, usata per creare atmosfera e simboleggiare la presenza divina.
  • Influenza dei concetti: In molte teologie cristiane, Dio è luce (lux mundi). L'"abitare con Dio" viene reso tangibile attraverso un uso sapiente della luce naturale, che trasforma lo spazio, crea un senso di mistero e guida lo sguardo verso l'alto, verso il cielo.
4. Creazione di uno Spazio di Comunione (Koinonia)
  • Caratteristica: L'edificio è progettato per favorire sia il rapporto intimo e personale con Dio, sia la vita comunitaria dell'assemblea liturgica.
  • Influenza dei concetti: L'"abitare con Dio" è un'esperienza sia individuale che collettiva. L'architettura deve quindi bilanciare spazi per la preghiera privata (cappelle laterali, angoli di quiete) con un'area assembleare che promuova l'unità e la partecipazione attiva alla liturgia.
5. Bellezza come Riflesso della Gloria Divina
  • Caratteristica: La ricerca della bellezza, dell'armonia e dell'arte elevata.
  • Influenza dei concetti: La bellezza è vista come uno degli attributi di Dio (summum bonum). Un'architettura cristiana "vera" non si accontenta della funzionalità minima, ma cerca l'eccellenza estetica per elevare lo spirito umano e onorare Dio, seguendo l'idea di co-creazione.

In conclusione, questi concetti non impongono uno stile architettonico specifico, ma un approccio metodologico e spirituale alla progettazione. L'architettura cristiana autentica nasce da un'intenzione profonda di manifestare il sacro, utilizzando il linguaggio dello spazio, della materia e della luce per facilitare l'incontro tra l'uomo e Dio.


Approfondiamo ora questi principi del progettare, costruire e abitare con Dio in tre famosi architetti: Antoni Gaudi (1852-1926), Euine Fay Jones (1921-2004) e Giovanni Michelucci (1891-1990).


ANTONI GAUDI

Antoni Gaudí è considerato "l'architetto di Dio" per la sua profonda spiritualità e il suo approccio rivoluzionario all'architettura.  La sua opera è una straordinaria sintesi tra fede, natura e matematica, che porta alla creazione di spazi che elevano lo spirito e riflettono la gloria di Dio. 
1. Progettare con Dio: L'ispirazione della natura 
Per Gaudí, la natura era la massima espressione del disegno divino e la sua principale fonte di ispirazione. 
  • Abolizione delle linee rette: Credeva che in natura non esistessero linee rette o angoli perfetti, e quindi li evitava nelle sue architetture per imitarne la perfezione organica.
  • Geometria naturale: Studiava le forme matematiche presenti in natura, come le catenarie (la forma di una catena che pende liberamente), le superfici iperboliche e le spirali, trasformandole in soluzioni strutturali e decorative. Ad esempio, le colonne della Sagrada Família sono modellate come alberi che si ramificano, sostenendo il peso con eleganza.
  • Simbolismo religioso: Ogni elemento del progetto, in particolare nella Sagrada Família, ha un profondo significato teologico. La basilica stessa è un "libro di pietra" che narra la storia della salvezza, con le facciate dedicate alla Natività, alla Passione e alla Gloria. 
2. Costruire con Dio: Matematica e innovazione
Gaudí univa la fede a un'ingegneria geniale per creare strutture solide ed eleganti, che non combattevano la gravità ma la assecondavano. 
  • Strutture leggere ed efficienti: Utilizzando le catenarie rovesciate, creava archi e volte che distribuivano il peso in modo ottimale, riducendo la necessità di contrafforti e consentendo la realizzazione di spazi interni più aperti e luminosi.
  • Innovazione tecnologica: Nonostante il suo approccio fosse radicato nella tradizione artigianale, Gaudí utilizzava tecniche innovative e materiali all'avanguardia per l'epoca (come il cemento e il ferro), sfruttando la loro efficienza strutturale per realizzare le sue forme audaci.
  • Integrazione tra arte e ingegneria: Per Gaudí, la decorazione non era un elemento secondario, ma parte integrante dell'organismo edilizio. I materiali, le forme e le texture erano scelti per le loro qualità estetiche e strutturali, in un'armoniosa fusione tra arte e scienza. 
3. Abitare con Dio: L'esperienza della luce e del colore
L'esperienza spirituale che si vive negli spazi di Gaudí è dominata dalla luce e dal colore, che non sono solo elementi decorativi, ma simboli della presenza divina. 
  • Luce come linguaggio divino: Nella Sagrada Família, le vetrate colorate e la disposizione strategica delle finestre creano un'atmosfera eterea e cangiante. Il gioco di luci mutevoli nel corso della giornata simboleggia il "signore della luce" e il suo ruolo nella Creazione.
  • Colore e mosaici: Gaudí usava ampiamente la tecnica del trencadís (mosaico di ceramica rotta) per rivestire le superfici, riflettendo la luce in modi inattesi e aggiungendo un tocco di vivacità naturale.
  • Sensazione di immersione: Entrando nella Sagrada Família, per esempio, ci si sente come se si entrasse in una foresta sacra, dove le colonne a forma di albero e la luce filtrata dalle vetrate creano un'esperienza immersiva e spirituale. 
In breve, l'architettura di Gaudí è un'espressione concreta dei concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio": ha progettato imitando la natura divina, ha costruito con una profonda etica e innovazione, e ha creato spazi in cui l'uomo può abitare in uno stato di meraviglia e comunione con il sacro. 



EUINE FAY JONES

L'architetto americano E. Fay Jones, allievo di Frank Lloyd Wright e sostenitore dell'architettura organica, ha applicato i concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" attraverso una profonda armonia tra natura, luce e struttura ,  particolarmente evidente nei suoi progetti di cappelle, come la celebre Thorncrown Chapel. 
1. Progettare con Dio: Armonia con il Creato
Per Jones, progettare con Dio significava onorare la creazione di Dio integrando l'architettura nel paesaggio circostante, piuttosto che dominarlo. 
  • Ispirazione dalla Natura: I suoi progetti, ispirati ai monti Ozark dell'Arkansas, utilizzavano la natura come fonte primaria di ispirazione formale e spirituale. Voleva che i suoi edifici sembrassero "cresciuti" dal terreno, come se la natura stessa li avesse concepiti.
  • Ozark Gothic: Jones reinterpretò l'ideale gotico delle cattedrali europee, come la Sainte-Chapelle di Parigi, che sono pervase di luce, in uno stile che chiamò "Ozark Gothic". Ha sostituito la pietra pesante con una struttura leggera in legno e vetro che incorniciava la bellezza naturale, elevando lo spirito umano.
  • "Un posto per pensare i propri pensieri migliori": Jones descriveva la cappella come un luogo per la meditazione e il culto, dove chiunque, credente o ateo, potesse "pensare i propri pensieri migliori", suggerendo un intento progettuale che mirava a un'esperienza spirituale universale. 
2. Costruire con Dio: Etica e Rispetto
La fase di costruzione rifletteva un profondo rispetto per il sito e un'etica del lavoro che onorava sia i materiali che l'ambiente.
  • Intervento Minimo sul Sito: Per la Thorncrown Chapel, tutti i materiali da costruzione erano dimensionati in modo da poter essere trasportati a mano da due uomini, senza l'uso di macchinari pesanti, per non disturbare la bellezza naturale della foresta. Questo approccio pratico mostra un'etica di cura e umiltà verso l'ambiente.
  • Onestà dei Materiali: Jones credeva nell'uso onesto dei materiali. Il legno (pino trattato) è stato tinto di grigio per abbinarsi al colore della corteccia degli alberi circostanti, e il pavimento in pietra locale radicava la struttura al terreno roccioso.
  • Dettaglio e Artigianato: L'attenzione meticolosa ai dettagli costruttivi e alle giunzioni dei materiali non era solo estetica, ma un "imperativo morale", un'espressione tangibile della cura e dell'amore per l'opera che si stava realizzando. 
3. Abitare con Dio: Trascendenza e Pace
L'esperienza all'interno degli edifici di Jones è progettata per suscitare un senso di trascendenza e pace, un "abitare" in armonia con il divino e la natura.
  • Luce come Presenza Divina: Oltre 6.000 metri quadrati di vetro avvolgono la Thorncrown Chapel, sciogliendo il confine tra interno ed esterno. La luce naturale inonda lo spazio, creando un'atmosfera luminosa ed eterea che simboleggia la presenza di Dio.
  • Integrazione Interno-Esterno: Le pareti di vetro e l'uso di colonne verticali che ricordano alberi creano una "foresta dentro una foresta", offrendo viste incantevoli del paesaggio che cambia con le stagioni e le ore del giorno, permettendo al visitatore di sentirsi intimamente connesso al creato.
  • Serenità e Speranza: L'atmosfera che ne risulta è di serenità e stupore, che offre "speranza di trascendenza" e un senso di quiete, aiutando gli occupanti a integrarsi in modo significativo nell'armonia della natura. 
In sintesi, Jones ha tradotto i concetti spirituali in un linguaggio architettonico che fa del rispetto per la natura e dell'uso sapiente della luce e dei materiali i suoi pilastri, creando spazi che sono, letteralmente e metaforicamente, luoghi per "abitare con Dio" nella bellezza del creato.




GIOVANNI  MICHELUCCI

Giovanni Michelucci ha applicato i concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" in modo coerente e innovativo in tutta la sua opera, non limitandosi a un singolo progetto ma sviluppando una filosofia architettonica che mette al centro l'uomo, la comunità e un profondo senso etico e spirituale dell'architettura.
Ecco i modi in cui questi concetti si manifestano nei suoi progetti principali:
1. Progettare con Dio: L'Umanesimo e l'Accoglienza
Per Michelucci, progettare con Dio significava mettere la dignità umana e l'incontro fraterno al centro del progetto, superando la monumentalità tradizionale per un'architettura dell'accoglienza.
  • L'Idea della "Città": Michelucci concepiva gli edifici, anche quelli sacri, come "piccole città" o frammenti di un tessuto urbano accogliente, dove le persone potessero incontrarsi e riconoscersi come comunità, rispecchiando l'ideale cristiano di Gerusalemme celeste come luogo di comunione.
  • Risposta ai Bisogni Reali: Il progetto nasceva sempre da un'analisi attenta dei bisogni sociali e umani. La Chiesa dell'Autostrada, ad esempio, rispondeva all'esigenza dei "pellegrini moderni" di un luogo di sosta e riflessione. La Borsa Merci di Pistoia è un luogo di incontro e scambio, non solo un edificio funzionale.
  • Abolizione delle Gerarchie Spaziali: Michelucci tendeva a creare spazi fluidi e non gerarchici, dove tutti i partecipanti (sacerdote e fedeli) si sentivano parte della stessa assemblea, in linea con lo spirito comunitario del Concilio Vaticano II.
2. Costruire con Dio: Etica del Lavoro e Onestà Materica
Il "costruire con Dio" si traduceva in un'etica del lavoro che onorava i materiali, le maestranze e la memoria storica.
  • Onestà Strutturale: Michelucci amava mostrare la verità della costruzione. Il cemento armato a vista, la pietra locale e il legno non erano nascosti da rivestimenti inutili, ma celebrati nella loro funzione strutturale ed estetica, richiamando l'onestà e la semplicità della vita cristiana.
  • Memoria e Sacrificio: Come nella Chiesa dell'Autostrada, il processo costruttivo era spesso legato alla memoria dei lavoratori e ai sacrifici umani. L'architettura diventava un memoriale tangibile, un atto di pietà che santificava il lavoro umano.
  • Integrazione tra Artigianato e Industria: Michelucci collaborava strettamente con artigiani e ingegneri, cercando una sintesi tra la sapienza manuale tradizionale e le possibilità offerte dalle nuove tecniche costruttive, come un atto di co-creazione che valorizzava ogni contributo umano.
3. Abitare con Dio: Esperienze Spaziali e Pace Interiore
L'esperienza finale dello spazio era pensata per generare pace, stupore e un senso di appartenenza, facilitando l'"abitare" in uno stato di grazia.
  • Luce Drammatica e Simbolica: La luce naturale era uno strumento fondamentale. Non serviva solo a illuminare, ma a creare atmosfere cariche di significato, guidando l'occhio e l'anima verso il trascendente, come nelle vetrate e nelle aperture strategiche della Chiesa dell'Autostrada.
  • Flusso e Continuità: Gli spazi asimmetrici e fluidi rompevano la rigidità tradizionale, creando un senso di movimento e accoglienza che metteva a proprio agio le persone, aiutandole a sentirsi parte integrante dello spazio e della comunità.
  • Benessere e Armonia: Michelucci credeva fermamente che una buona architettura dovesse contribuire al benessere psicologico e spirituale degli occupanti, creando un ambiente armonioso che favorisse la riflessione, l'incontro e la serenità.

In sintesi, per Michelucci, questi concetti non erano astrazioni teoriche, ma principi guida che permeavano ogni decisione progettuale e costruttiva, risultando in un'architettura che è, contemporaneamente, profondamente umana e spirituale, moderna e radicata nella tradizione cristiana dell'accoglienza e della verità.



La Chiesa di San Giovanni Battista, nota come "Chiesa dell'Autostrada" (vicino a Firenze), progettata da Giovanni Michelucci e consacrata nel 1964, è un capolavoro che incarna profondamente i concetti di "progettare, costruire e abitare con Dio" in un contesto moderno, rispondendo ai cambiamenti sociali e religiosi del tempo. 
1. Progettare con Dio: Una "Piccola Città" per Viaggiatori
Per Michelucci, progettare con Dio significava creare uno spazio che fosse un punto d'incontro umano e spirituale, non solo un edificio di culto tradizionale. 
  • La Chiesa come "Tenda" e "Città": L'ispirazione principale è la forma di una tenda, simbolo biblico del rifugio, del cammino e dell'incontro, che evoca un senso di provvisorietà e accoglienza per i "pellegrini moderni" dell'autostrada. Michelucci la definì una "piccola città in cui gli uomini si incontrano e si riconoscono".
  • Risposta al Concilio Vaticano II: Il progetto anticipa lo spirito del Concilio Vaticano II (avviato nel 1962), che chiedeva alla Chiesa di avvicinarsi al popolo. L'edificio non è remoto o imponente in senso tradizionale, ma si integra con la vita itinerante e mobile della società degli anni '60.
  • Assenza di una Facciata Predefinita: Michelucci ha superato il concetto di una facciata monumentale, preferendo un'idea di percorso dinamico e progressivo che accoglie il visitatore, riflettendo il cammino della vita e della fede. 
2. Costruire con Dio: Onestà Materica e Simbolismo Strutturale
La costruzione riflette un'etica dell'onestà e un simbolismo strutturale che rimanda a concetti spirituali. 
  • Pietra, Cemento e Rame: I materiali sono scelti per la loro robustezza e la loro capacità di invecchiare con dignità. L'uso della pietra locale per il basamento radica l'edificio al territorio, mentre il cemento armato e il rame della copertura esprimono solidità e modernità.
  • Pilastri ad "Albero": La struttura interna presenta pilastri sottili che si ramificano come alberi, sostenendo la copertura "a tenda". Questa immagine del "bosco sacro" o del "tempio naturale" riecheggia la creazione di Dio e l'idea che la fede sia forte nei cuori prima che negli edifici materiali.
  • Memoria dei Caduti: La chiesa è dedicata a San Giovanni Battista e concepita come memoriale per gli operai che hanno perso la vita durante la costruzione dell'Autostrada del Sole. Questo conferisce al "costruire" un profondo valore etico e di memoria umana e spirituale. 
3. Abitare con Dio: Fluidità e Luce Esperienziale
L'esperienza interna è pensata per essere fluida, accogliente e favorire un incontro personale con la dimensione spirituale.
  • Spazio Fluido e Asimmetrico: La pianta è asimmetrica, con curve sinuose che creano un senso di movimento e fluido. Questo rompe con la rigidità degli schemi tradizionali e forza il visitatore a un'esperienza spaziale non convenzionale, pensata per una "disposizione d'animo rilassata".
  • Modulazione della Luce: La luce gioca un ruolo fondamentale, con una grande vetrata sull'altare maggiore e aperture che creano effetti luminosi. La luce non è solo funzionale, ma drammatica e simbolica, guidando l'attenzione e facilitando la contemplazione.
  • Integrazione con la Strada: La posizione, all'interno di uno svincolo autostradale, suggerisce la necessità di una pausa naturale, un "intermezzo spirituale" nel viaggio. L'edificio diventa un'oasi di riflessione accessibile ai viaggiatori di passaggio, rendendo l'"abitare con Dio" un'esperienza possibile anche nel frenetico mondo moderno. 

L'architettura di Michelucci per la Chiesa dell'Autostrada è quindi una testimonianza potente di come i concetti spirituali possano informare un'architettura profondamente innovativa e umana, che risponde alle esigenze vitali delle persone.
La Chiesa dell'Autostrada è un esempio lampante di come l'architettura organica cristiana possa manifestarsi non attraverso la mera imitazione della natura, ma attraverso una profonda sensibilità etica, sociale e spirituale che plasma lo spazio per rispondere ai bisogni più profondi e umani, in un'ottica di amore e accoglienza cristiana.







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