sabato 2 settembre 2023

Architettura che incarna e promuove la Carità, a cura di Carlo Sarno

 Architettura che incarna e promuove la Carità

a cura di Carlo Sarno




Il legame tra architettura e carità è profondo e si è manifestato in molteplici forme nel corso della storia, evolvendosi con le trasformazioni sociali, religiose ed etiche. Non si tratta solo di costruire edifici per scopi caritatevoli, ma di come l'architettura stessa possa incarnare e promuovere i valori della carità, dell'accoglienza, del sostegno e della dignità umana.


1. La Carità come Motore della Costruzione di Strutture Sociali e Assistenziali

Storicamente, la carità (intesa come amore per il prossimo, misericordia e assistenza ai bisognosi) è stata una delle forze trainanti dietro la costruzione di molte tipologie edilizie:

  • Ospedali e Lazzaretti: Fin dal Medioevo, le istituzioni religiose e le confraternite laiche hanno costruito "ospizi" e "ospedali" non solo per i malati, ma anche per pellegrini, orfani e anziani. Questi edifici erano concepiti per offrire rifugio, cura e assistenza, e la loro architettura rifletteva spesso una dimensione di accoglienza e protezione.

  • Orfanotrofi, Brefotrofi e Istituti di Carità: Destinati all'accoglienza di bambini abbandonati o bisognosi, queste strutture erano progettate per fornire un ambiente protetto, istruzione e formazione.

  • Case di Riposo e Ospizi per Anziani: Luoghi dedicati all'assistenza degli anziani soli o indigenti.

  • Conventi, Monasteri e Luoghi di Culto: Molti ordini religiosi, basati sulla carità e l'assistenza, hanno costruito complessi che includevano non solo spazi di preghiera, ma anche infermerie, foresterie per i poveri, cucine per la distribuzione di cibo e scuole. La stessa architettura delle chiese spesso includeva elementi simbolici e funzionali legati alla comunità e all'accoglienza.

  • Banchi dei pegni (Monti di Pietà): Istituzioni caritative laiche o religiose che offrivano prestiti a basso interesse ai poveri, per contrastare l'usura. Anche questi avevano sedi architettonicamente significative.

In questi casi, l'architettura fornisce lo spazio fisico essenziale per l'esercizio della carità, garantendo funzionalità, igiene, sicurezza e, idealmente, un ambiente dignitoso per chi riceve aiuto.


2. L'Architettura al Servizio della Dignità e del Benessere

Oltre alla mera funzione di contenitore, l'architettura può esprimere la carità attraverso la qualità degli spazi:

  • Ambienti DIGNITOSI: La carità non è solo "dare", ma "dare con rispetto". Un'architettura che cura gli spazi, che garantisce luce naturale, pulizia, comfort acustico e termico, e che evita l'aspetto di un "ghetto" o di un luogo punitivo, contribuisce a preservare la dignità delle persone assistite. Ad esempio, la progettazione di ospedali moderni si concentra sulla creazione di ambienti che favoriscano la guarigione e il benessere psicologico dei pazienti.

  • Inclusività e Accessibilità: La carità promuove l'uguaglianza. L'architettura che progetta spazi senza barriere architettoniche, accessibili a persone con disabilità o con esigenze speciali, è un esempio tangibile di carità in azione, permettendo a tutti di partecipare e di usufruire dei servizi.

  • Sostenibilità e Rispetto Ambientale: Nel contesto contemporaneo, la carità si estende anche alla cura del "bene comune" e del creato. Un'architettura sostenibile, che utilizza materiali ecocompatibili, riduce l'impronta carbonica e rispetta l'ambiente, può essere vista come un atto di carità verso le generazioni future e verso l'intero pianeta. Molti progetti di bioedilizia, ad esempio, rientrano in questa visione.

  • Spazi di Comunità e Incontro: La carità favorisce la comunione. L'architettura può creare luoghi che facilitano l'incontro, la socializzazione e il supporto reciproco, come centri comunitari, spazi polifunzionali o piazze che diventano catalizzatori sociali.


3. L'Architettura come Espressione Simbolica della Carità

L'architettura, specialmente quella religiosa, ha spesso usato il linguaggio simbolico per esprimere valori come la carità:

  • Iconografie e Decorazioni: Nelle chiese, ospedali storici o istituzioni di carità, si trovano spesso opere d'arte (affreschi, sculture, vetrate) che raffigurano atti di carità, santi protettori dei poveri e degli ammalati, o allegorie della Fede e della Carità (come l'esempio citato della Basilica di S. Giacomo Maggiore a Bologna).

  • Forme e Layout: Anche la disposizione degli spazi può riflettere un principio caritativo. Ad esempio, il concetto di "ospedale a croce" o di "padiglioni" mirava a migliorare l'igiene e l'assistenza, un atto di cura per i malati.

  • Architettura Organica Cristiana: Il caso dello Studio di "ARCHITETTURA ORGANICA CRISTIANA" di Carlo Sarno e Yaryna Moroz Sarno è un esempio moderno di come la carità venga esplicitamente integrata nella filosofia architettonica. Loro cercano di progettare edifici che non solo siano in armonia con la natura, ma che riflettano anche i principi etici e spirituali del Vangelo, promuovendo un ambiente che favorisca il benessere integrale dell'individuo in un'ottica di servizio al prossimo.


Esempi Concreti e Contestuali:

  • Le mense dei poveri, i dormitori, i centri di accoglienza: L'architettura qui deve essere prima di tutto funzionale, sicura e igienica, ma anche accogliente, per non aggiungere disagio al disagio.

  • Le "Case della Carità": Molte organizzazioni (come Caritas, Sant'Egidio, ecc.) gestiscono strutture che richiedono un'attenta progettazione per soddisfare le esigenze variegate dei loro utenti (persone senza fissa dimora, migranti, famiglie in difficoltà).

  • Progetti di Rigenerazione Urbana: Quando l'architettura interviene in contesti degradati o marginalizzati, riqualificando spazi pubblici, riadattando edifici abbandonati per usi sociali, o promuovendo l'auto-costruzione con la partecipazione della comunità, essa agisce come un veicolo di carità e solidarietà.


In sintesi, il rapporto tra architettura e carità è simbiotico: la carità fornisce la motivazione e la visione per creare spazi che servano i bisognosi, mentre l'architettura fornisce gli strumenti e le forme per realizzare concretamente questi intenti, influenzando la qualità della vita, la dignità e il benessere di chi riceve l'aiuto.






mercoledì 2 agosto 2023

Architettura Organica: principi di Wright, caratteristiche, esempi, influsso in Italia

 Architettura Organica

principi di Wright, caratteristiche, esempi, influsso in Italia

di Carlo Sarno



L'architettura organica è un approccio progettuale che cerca di integrare gli edifici con l'ambiente naturale circostante in modo armonioso, come se le strutture "crescessero" dal terreno e facessero parte del paesaggio. Non si tratta solo di uno stile estetico, ma di una vera e propria filosofia che mette al centro il rapporto tra l'uomo, l'edificio e la natura.


Origini e Filosofia

Il concetto di "architettura organica" è stato coniato e ampiamente sviluppato dall'architetto statunitense Frank Lloyd Wright (1867-1959) nei primi anni del '900. Per Wright, l'architettura non doveva imitare la natura nelle sue forme superficiali, ma comprenderne e applicarne i principi intrinseci. L'obiettivo era creare edifici che fossero "naturalmente" legati al loro contesto, come un organismo vivente è legato al proprio ambiente.  Credeva che un edificio dovesse "crescere" naturalmente dal suo sito, adattandosi all'ambiente come fa un organismo vivente.


I principi fondamentali dell'architettura organica, spesso riassunti in 6 punti da Wright stesso, includono:

  1. Semplicità e Quiete: Eliminare gli elementi superflui e le pareti divisorie non necessarie, creando spazi aperti e fluidi che promuovano un senso di tranquillità.

  2. Unicità dello Stile: Ogni edificio deve riflettere la personalità dell'individuo per cui è progettato e il carattere del luogo, rifiutando la standardizzazione.

  3. Integrazione con il Contesto: L'edificio deve sembrare che "cresca" spontaneamente dal suo sito, modellato dal paesaggio e dalla natura circostante.

  4. Armonia Cromatica: I colori devono essere scelti in sintonia con i colori naturali del paesaggio (terra, boschi, campi).

  5. Valorizzazione dei Materiali: Dare risalto all'aspetto naturale e intrinseco dei materiali da costruzione, lasciando che la loro natura entri intimamente nel progetto.

  6. Integrità e Valore Spirituale: L'architettura deve possedere qualità analoghe a quelle umane (sincerità, verità, grazia), durando nel tempo e non assoggettandosi alle mode effimere. Deve essere sincera, vera, gentile, amorevole e piena di integrità.


Caratteristiche principali della Architettura Organica:

Sebbene non esista una definizione univoca e rigida, i principi e le caratteristiche chiave dell'architettura organica spesso includono:

  1. Integrazione con il sito/contesto: questo è fondamentale. Gli edifici sono progettati per emergere e fondersi con l'ambiente naturale circostante. Ciò implica il rispetto della topografia, della vegetazione esistente, dei percorsi del sole, dei venti dominanti e dei materiali locali. L'obiettivo è creare un flusso continuo tra spazi interni ed esterni.

  2. Utilizzo di materiali naturali: l'enfasi è posta sull'utilizzo di materiali naturali locali come pietra, legno, terra e cemento a vista. Questi materiali vengono scelti per le loro qualità estetiche, la sostenibilità e la capacità di collegare l'edificio al suo ambiente. Le loro qualità intrinseche vengono spesso esaltate piuttosto che oscurate.

  3. Forme fluide e non rettilinee: l'architettura organica presenta spesso linee curve e fluide, forme irregolari e piani ampi, in contrasto con le rigide geometrie degli stili più tradizionali o modernisti. Gli spazi tendono ad essere aperti e interconnessi, evitando distinzioni nette tra gli ambienti.

  4. Apertura alla luce e all'aria: ampie finestre, aperture posizionate strategicamente e cortili vengono utilizzati per massimizzare la luce naturale e la ventilazione, creando un senso di apertura e connessione con l'esterno.

  5. Attenzione al benessere umano: il design privilegia il comfort e il benessere degli occupanti, tenendo conto dell'acustica, della regolazione della temperatura, della dimensione umana e dell'impatto psicologico degli spazi.

  6. Unicità e individualità: ogni edificio organico è progettato su misura per il suo sito specifico e per le esigenze dei suoi abitanti. C'è un forte rifiuto della standardizzazione o delle soluzioni prodotte in serie.

  7. Sostenibilità (intrinseca, sebbene non sia un termine utilizzato dai primi sostenitori): utilizzando materiali locali, integrandosi con il clima e riducendo al minimo l'impatto sul sito, l'architettura organica si allinea naturalmente a molti principi della sostenibilità moderna e del design ecologico.

  8. "Dall'interno verso l'esterno": Wright affermò che un edificio dovrebbe essere progettato "dall'interno verso l'esterno". Ciò significa dare priorità alle esigenze funzionali ed emotive degli spazi interni e lasciare che la forma esterna sia l'espressione naturale di queste qualità interne.


Esempi Noti e Architetti Rilevanti

Frank Lloyd Wright (USA): È il padre indiscusso dell'architettura organica.

  • Fallingwater (Casa sulla Cascata), Mill Run, Pennsylvania (1935): L'esempio più iconico, dove la casa è costruita direttamente sopra una cascata, integrandosi in modo spettacolare con l'elemento naturale.

  • Solomon R. Guggenheim Museum, New York (1959): Con la sua iconica rampa a spirale interna, è un esempio di forma organica e fluida che ridefinisce lo spazio espositivo.

  • Prairie Houses (es. Robie House, Chicago): Case unifamiliari con linee orizzontali dominanti, tetti a sbalzo e una profonda integrazione con il paesaggio delle praterie.

Alvar Aalto (Finlandia): Uno dei maggiori esponenti europei, noto per il suo umanesimo e l'attenzione ai dettagli e ai materiali.

  • Biblioteca di Viipuri (oggi Vyborg, Russia) (1935): Famosa per le sue forme organiche e l'uso innovativo della luce naturale e dell'acustica.

  • Villa Mairea, Noormarkku, Finlandia (1939): Un capolavoro di architettura organica che fonde modernità e tradizione finlandese.

Hans Scharoun (Germania):

  • Philharmonie, Berlino (1963): Un esempio di architettura organica che riflette la natura dinamica delle interazioni umane e dell'ambiente, con spazi interni asimmetrici e fluidi.

Jørn Utzon (Danimarca):

  • Sydney Opera House, Australia (1973): Le sue "vele" iconiche richiamano forme naturali e marine, rendendola un'icona mondiale di architettura organica e scultorea.


Eredità e influenza:

L'architettura organica continua a influenzare il design contemporaneo, in particolare nei campi dell'architettura sostenibile, del design biofilico e dell'architettura contestuale. La filosofia di fondo di rispetto dell'ambiente, di priorità all'esperienza umana e di creazione di spazi armoniosi rimane di grande rilevanza nel dibattito architettonico odierno.



Influsso dell'Architettura Organica in Italia

L'architettura organica in Italia non ha avuto una "scuola" o un movimento così omogeneo e definito come, ad esempio, negli Stati Uniti con Frank Lloyd Wright. Tuttavia, i suoi principi hanno influenzato diversi architetti e opere, spesso attraverso l'interpretazione e la diffusione di figure chiave.

Ecco alcuni degli architetti e delle figure che hanno mostrato una spiccata sensibilità per l'architettura organica in Italia:

  1. Bruno Zevi (1918-2000): Sebbene non sia un architetto nel senso tradizionale di progettista di edifici, Bruno Zevi è la figura più importante per la diffusione dell'architettura organica in Italia. Fu un critico, storico dell'architettura e teorico che studiò con Frank Lloyd Wright ad Harvard e divenne il principale divulgatore delle sue idee nel dopoguerra italiano. Zevi fu un critico acuto del razionalismo e promosse un'architettura più "umana", attenta alle esigenze dell'individuo e all'integrazione con l'ambiente. Fondò l'APAO (Associazione per l'Architettura Organica) nel 1945 e scrisse il fondamentale libro "Verso un'architettura organica". La sua influenza è stata soprattutto teorica e critica, ma ha spinto molti architetti a riflettere su questi principi.

  2. Carlo Scarpa (1906-1978): Anche se Scarpa non si definiva un "architetto organico" nel senso stretto del termine, la sua opera è profondamente sensibile a molti dei principi dell'architettura organica. La sua attenzione maniacale al dettaglio, l'uso sapiente e quasi sensuale dei materiali (spesso lasciati a vista nella loro "naturalezza"), la cura per la luce e per il rapporto tra l'opera e il contesto (storico, naturale, percettivo) lo rendono un architetto con una forte "vena organica". La sua Villa Ottolenghi (Bardolino, Verona) è un esempio eccellente di come la materia e la forma si fondano con il paesaggio e il percorso dell'acqua.

  3. Giovanni Michelucci (1891-1990): Michelucci è un altro architetto che ha abbracciato una visione "organica" dell'architettura, pur mantenendo un proprio stile. Le sue opere sono caratterizzate da forme fluide, spesso ispirate alla natura e alla dimensione comunitaria. La sua ricerca di integrazione con il paesaggio e la sua attenzione al significato sociale dell'architettura lo avvicinano ai principi organici. La Chiesa di San Giovanni Battista (Chiesa dell'Autostrada del Sole) a Campi Bisenzio (Firenze) è un'opera emblematica, con le sue forme scultoree in calcestruzzo a vista che sembrano emergere dal terreno.

  4. Paolo Soleri (1919-2013): Sebbene la maggior parte della sua ricerca e delle sue realizzazioni più note siano negli Stati Uniti (con il concetto di Arcologia, fusione tra architettura ed ecologia), Soleri è un architetto italiano che ha portato all'estremo il concetto di integrazione tra architettura, ambiente e sostenibilità. Le sue proposte per "città verticali" autosufficienti miravano a minimizzare l'impronta ecologica umana, anticipando concetti di sostenibilità e bioarchitettura.

  5. Antonio Sarno (1921-2003) e Carlo Sarno (1959-): Il Prof. Antonio Sarno è stato un importante esponente dell'architettura organica in Italia, portando avanti i principi di Zevi e di Wright nel dopoguerra. Suo figlio, l'architetto Carlo Sarno, continua questa tradizione prima con il fratello Carmine Sarno e lo Studio Sarno Architetti ed ora con lo Studio di "ARCHITETTURA ORGANICA CRISTIANA". La loro attività si concentra sulla progettazione di edifici che cercano una profonda armonia con l'ambiente naturale, l'uso di materiali locali e una dimensione etica e spirituale del progetto.


Considerazioni aggiuntive:

  • Molti architetti italiani contemporanei, pur non etichettandosi esplicitamente come "organici", integrano nei loro progetti principi di sostenibilità, bioarchitettura, uso di materiali naturali e ricerca di armonia con il contesto, che sono tutte derivazioni o affinità con l'approccio organico.

  • L'influenza dell'architettura organica si può riscontrare anche in progetti più recenti che valorizzano le forme naturali, il risparmio energetico e l'integrazione paesaggistica, spesso nell'ambito della bioarchitettura o dell'architettura sostenibile.


In sintesi, l'architettura organica in Italia è stata più una corrente di pensiero e un'influenza progettuale diffusa, piuttosto che uno stile rigido. Ha trovato espressione attraverso figure che, pur con linguaggi propri, hanno condiviso la profonda sensibilità per il rapporto tra architettura, uomo e natura.





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