Carlo Sarno
LINGUAGGIO
ARTISTICO E TEMPO ESCATOLOGICO
Ipotesi di cronolinguistica per una semantica
cristiana dell’immagine
INVOCAZIONE
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“ Cristo sia lodato !!!
.......sempre sia lodato !!!
”
PREMESSA
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I SEGNI DEI TEMPI E IL
MISTERO CENTRALE DELLA FEDE
Scrive Fra Matteo Palumbo O.
Carm. :
“…Il fondamento della nostra
fede, il pilastro di tutto, il valore assoluto da cui deve partire tutto il
resto è questa certezza: “ Dio è presente ed operante
nella storia “.
Se questo è vero, allora ci
saranno, nella storia, i segni di questa presenza e di questa azione di
Dio.
Logica conseguenza è che
l’impegno primario che deve assumere un cristiano è quello di mettersi in
ascolto, quello di leggere e capire i segni di questa presenza e di questa
azione di Dio nella storia.
La Chiesa chiama questi segni
della presenza e dell’azione di Dio nella storia “segni dei tempi” e chiama
l’impegno del cristiano di mettersi in ascolto, di leggere, di capire questi
segni “lettura dei segni dei tempi”.
Allora, Dio pone i segni
della sua presenza e della sua azione, però la capacità di leggere questi segni
dipende da noi ! Il segno è qualcosa che porta un messaggio, che svela, rende
chiaro un messaggio. Per questo dobbiamo abilitarci a leggere i segni dei tempi
e nella preghiera chiedere continuamente questo dono importantissimo al Signore;
e questo perché se manca la lettura dei segni dei tempi mancherà anche la
capacità di dare risposta alle esigenze più vere degli uomini e di Dio…”
Il mistero della Santissima
Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. E' il mistero
di Dio in se stesso. E' quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della
fede; è la luce che li illumina. E' l'insegnamento più fondamentale ed
essenziale nella gerarchia delle verità di fede.
Tutta la storia della salvezza è
la storia del rivelarsi del Dio vero e unico : Padre , Figlio e Spirito Santo,
il quale libera, riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato.
Attraverso le missioni divine del Figlio e dello Spirito Santo, Dio Padre
realizza il suo benevolo disegno di creazione, redenzione e santificazione .
Il fine ultimo, escatologico,
dell'intera Economia divina è che tutte le creature entrino nell'unità di amore
perfetta della Beatissima Trinità .
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INQUADRAMENTO TEORICO DEL
TEMPO
Fin dall'antichità il tempo ha
subito varie interpretazioni, mutevoli definizioni e accezioni, e ciò perché
l'uomo vive ed esperisce il tempo in una pluralità di forme.
Esistono tempi individuali
(biologici, psicologici) e tempi collettivi (solare, religioso, politico), tempi
della natura e tempi della società, tempi quantitativi e tempi qualitativi,
tempi locali e tempi globali, ecc...
All'interno della filosofia
Nicola Abbagnano (1901-1990), massimo esponente della corrente esistenzialista
italiana e fondatore dell’Esistenzialismo Positivo, segnala tre grandi filoni
paradigmatici di pensiero:
1.
il tempo come "ordine misurabile del
movimento" ;
2.
il tempo come "movimento intuitivo" ;
3.
il tempo come "struttura delle
possibilità" .
Il primo paradigma temporale (il
tempo come "ordine misurabile del movimento") ha origine nel concetto ciclico
del mondo e della vita proprio dei greci che si sintetizza nell'espressione
aristotelica "il tempo è il numero del movimento secondo il prima e il dopo" e
sfocia, in seguito, nella concezione scientifica del tempo: Cartesio, Newton,
Kant fino ad arrivare ad Einstein, il quale non nega le considerazioni
precedenti ma dice solo che l'ordine di successione non è unico ed assoluto
(permane quindi il tempo come ordine di catene causali). In sintesi il primo
paradigma può esprimersi con questa definizione esistenziale :" Essere nel
tempo significa essere nel numero" .
Il secondo paradigma temporale
(il tempo come "movimento intuitivo") ha origine in una visione intimistica e
spiritualista del tempo che affonda le sue radici nella patristica medievale ed
in particolar modo in S.Agostino che identifica il tempo con la vita stessa
dell'anima, che si estende dal presente verso il passato ed il futuro. In
seguito abbiamo, emblematici, Bergson e Husserl; il primo che concepisce il
tempo come durata creativa, slancio vitale, ed il secondo che considera il tempo
come un flusso continuo di esperienze vissute. In sintesi il secondo paradigma
può esprimersi con questa definizione esistenziale :"
Essere nel tempo significa essere nel movimento intuito ".
Il terzo paradigma temporale (il
tempo come "struttura delle possibilità") ha origine dal concetto esistenziale
di tempo inteso secondo Heidegger, il quale pone il tempo come possibilità, come
infuturamento del presente che manifesta il proprio poter-essere "...se difatti
due eventi, contemporanei per un certo sistema di riferimento, possono non
esserlo per un altro, il tempo non è ordine necessario ma la possibilità di più
ordini..." (Abbagnano, Diz. di Filosofia). In sintesi il terzo paradigma
acquisisce il principio di indeterminazione di Heisenberg (“non è possibile
conoscere simultaneamente la velocità e la posizione di una particella con
certezza” e si riferisce ad ogni coppia di variabili) e può esprimersi con
questa definizione esistenziale :" Essere nel tempo
significa essere nella possibilità ".
A questo punto
dell’argomentazione, facendo interagire le tre definizioni esistenziali
precedenti, e ponendo come attrattore semantico l'idea del libero arbitrio e
focalizzando l'attenzione sui processi creativi dell'uomo come fattore
caratterizzante il tempo antropologico, si può formulare la seguente definizione
olistico-esistenziale del tempo :
" Essere nel tempo significa
essere nell'intuizione della possibilità di più ordini funzionali ".
Tale definizione pone rispetto
al tempo in primo piano il valore dell'intuizione creativa dell'uomo, in secondo
piano l'aspetto progettuale, il poter-essere, e in ultima istanza
l'atteggiamento ordinativo del tempo. Se ne deduce quindi, come prima istanza,
che essere coscienti nel tempo corrisponde ad essere nella libertà, ad essere
nella volontà del tempo, ad essere intrinsecamente umani.
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TEMPO
SOVRASTORICO
Per tempo sovrastorico si
intende un tempo capace di sintetizzare tempo globale e tempo locale, assoluto e
relativo. Il tempo storico è un tempo globale, oggettivo, che integra gli
eventi in una maglia: è questo il tempo della collettività, del sociale, in cui
le singolarità sono inglobate nella pratica sociale generale. Un tempo locale
può essere considerato il tempo dell'inconscio che è relativo all'individuo,
alla sua soggettività, alla esperienza vissuta. O ancora si potrebbe
distinguere tra il tempo del bambino, che è locale, e il tempo dell'adulto, che
è prevalentemente globale. Inoltre, caso emblematico nella scienza, la
differenza tra il tempo assoluto di Newton ed il tempo quanto-relativistico di
Planck .
Ma queste dicotomie tra assoluto
e relativo, universale e particolare, globale e locale, si riconducono a grandi
tematiche filosofiche, le quali hanno operato in vario modo per determinare una
riconciliazione degli opposti in una sintesi inglobante gli aspetti positivi di
entrambe le posizioni .
Una prima grande sintesi in
questo senso, nella scienza, l'ha operata Galileo Galilei che, con la creazione
del metodo sperimentale, coordinò matematica ed esperienza per potenziare la
capacità conoscitiva dell'uomo nell'interpretazione dei fenomeni che la natura
ci sottopone .
Un altro grande esempio di
sintesi fu quella operata in filosofia da Kant che fuse idealismo ed empirismo
in un unico sistema critico-filosofico .
Per ciò che riguarda il tempo
antropologico, anche qui è possibile costruire una concezione unitaria: la
sintesi è fornita dal dispiegarsi del tempo sovrastorico .
Risulta necessario a questo
punto, prima di pervenire alla definizione di tempo sovrastorico, richiamare la
definizione finale di tempo esistenziale data precedentemente. Dunque : "
Essere nel tempo significa essere nell'intuizione della possibilità di più
ordini funzionali ". Questa espressione ingloba col termine ' possibilità '
l'aspetto relativistico del tempo e con 'ordine funzionale' l'aspetto assoluto.
L' 'essere nell'intuizione' estrapola il potenziale dell'intenzionalità
cosciente e le sue possibilità sovratemporali. Essere nell'intuizione significa
essere prima della storia: ed in tale senso è da intendersi il carattere
sovrastorico del tempo .
Sovrastoria significa essere
prima della storia, oltre la storia, non avulsi completamente dal tempo ma solo
al di là del tempo storico-epocale. Di solito il sistema
socio-politico-culturale determina il sistema di riferimento temporale entro cui
ognuno si trova vincolato e a subirne le variazioni epocali .
Al contrario il tempo
metafisico, trascendente – come lo si è inteso di solito - , rompe qualsiasi
rapporto con il reale rifugiandosi in un mondo ideale. L'uomo vive questa
dissociazione categoriale a livello interiore ed a causa di questo contrasto si
trova a subire disfunzioni psico-comportamentali .
Il tempo sovrastorico getta un
ponte tra l'assoluto e il relativo, pone l'uomo in una posizione intenzionale
sovra-epocale che lo libera dalle remore storiche e dai condizionamenti epocali,
che gli consente di ritrovare la sua volontà di essere, che gli rende possibile
l'interazione con diversi sistemi di riferimento categoriali e la trasformazione
di questi in un metasistema soggettivo che gli dà l'opportunità di realizzare il
suo essere nell'esser-ci .
Pertanto, possiamo ora formulare
la seguente definizione di Tempo Sovrastorico :
" Il tempo sovrastorico è il
tempo dell'uomo che si pone nell'intuizione del tempo in modo cosciente e
intenzionale; in altri termini, il manifestarsi del tempo sovrastorico
corrisponde al salto da un tempo locale, che si reputa globale, a più tempi
locali che determinano nelle loro interazioni un sistema globale sovraepocale
intenzionale che può interagire con tutti i sistemi locali, compreso quello di
partenza, in modo autonomo " .
Il tempo sovrastorico è pertanto
il tempo della contemporaneità di assoluto e relativo. La sovrastoria conduce
all'attualità e quindi ad un ingresso libero nella storia, apre l’intelletto
dell’uomo alla comprensione dell’ingresso escatologico di Dio, e quindi di Gesù
Cristo il Figlio di Dio, nel nostro mondo e nella nostra storia.
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SEMANTICA GENERALE E LIBERTA’
SOVRASTORICA
La libertà come la si intende
abitualmente è minata alle fondamenta da diverse contraddizioni di base. Molte
di queste si possono rinvenire nel rapporto esistente tra linguaggio, tempo e
libertà .
A proposito mi riconduco agli
studi di Alfred Korzybski (1879-1950) e in particolare al suo opus magnum del
1933 "Science and Sanity" (Scienza e Sanità) che è il libro fondatore della
'Semantica generale'. Egli parte dal principio che il linguaggio vincola e
struttura totalmente il comportamento dell'uomo. La natura non funziona nello
stesso modo in cui funziona il linguaggio. La logica classica aristotelica ha
creato i 'distinguo' inesistenti nella realtà, ove tutto è divenire. Noi dando
il nome ad un oggetto (per es. mela) cristallizziamo il suo significato, il suo
divenire, il suo mutare, ad un unico istante. A questa idiosincrasia di fondo
occorre opporre, dice Korzybski, una logica non-aristotelica coerente con i
risultati della fisica relativistica e quantistica, dove il moto delle
particelle ben rappresenta la mutevolezza della realtà. Il senso del divenire,
il legame del tempo, con tutta la complessità che comporta, è il cuore della
civiltà .
La vera vita dell'uomo come uomo
non è la vita-nello-spazio, come quella degli animali, ma la vita-nel-tempo.
"...Ciò che distingue gli uomini - sostiene Korzybski - dai minerali , dalle
piante e dagli animali , è la loro capacità di trasmettere da una generazione
all'altra, mediante il linguaggio, ciò che essi hanno appreso. In altre parole,
mentre gli animali sono space-binder, hanno cioè il solo legame spaziale, gli
uomini sono time-binder, sono cioè legati nel tempo... ".
Tutta la nostra vita, il nostro
pensiero, il nostro linguaggio, il nostro comportamento psico-somatico, è
immerso nel divenire e di conseguenza nel tempo. Gli stessi legami affettivi
provano la loro esistenza in riferimento alla loro durata .
L'uomo è il tempo come coscienza
del divenire. Il linguaggio sta al comportamento come il tempo alla libertà. La
matrice fondamentale di connessione del pensiero è il tempo: qualsiasi idea è
inserita in un cronosistema. La libertà è legata alla facoltà di scegliere,
secondo la propria volontà, tra due possibilità temporali opposte senza essere
influenzata da pressioni esterne. Qualsiasi difficoltà di autodeteminazione
responsabile, comunicazione, espressione, trova la sua origine in fattori
interagenti con le strutture temporali. Anche i disordini sociali, il governo
di una nazione, lo status di civiltà di un popolo, dipendono dalla concezione
temporale. Si pensi a ciò che ha comportato la rivoluzione industriale, con la
sua accelerazione del ritmo di vita, sull'equilibrio psichico-temporale
dell'uomo contempraneo .
In generale il significato
dell'azione presente, della finalità dell'azione, del modo di agire, dipende dal
condizionamento della memoria personale in funzione della memoria collettiva,
della struttura del tempo vigente e della propria concezione del tempo. In
questo senso si può dire che non è la pratica sociale a determinare il
comportamento ma la pratica temporale, il flusso della coscienza e le direttive
della memoria.
Di solito la pratica temporale
dell'individuo, per ragioni di convenienza, viene a identificarsi con la pratica
sociale ma, ciò comporta la accettazione del condizionamento esterno nella
configurazione della propria struttura temporale. Al contrario, una struttura
temporale indipendente dalla pratica sociale, consente di determinare delle
pratiche di comportamento e delle azioni individuali non condizionate e,
pertanto, di chiedersi il vero significato di ciò che si fa della propria vita,
di comprendere la presenza di Dio nella storia e la possibilità di trasfigurare
e armonizzare la propria esistenza nell’Amore di Dio.
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LA CRONOLINGUISTICA : IPOTESI
DISCPLINARE
George Kubler nel suo famoso
libro “ La forma del tempo “ scrive :
Il contributo particolare
dello storico è la scoperta delle molteplici forme del tempo. Il suo fine,
qualunque sia la sua specializzazione, è di ritrarre il tempo. Lo storico mette
in luce un disegno – come fa il pittore – che non era visibile a coloro che ne
furono parte e che, precedentemente alla sua scoperta, era ignoto anche ai suoi
contemporanei. Il tempo storico è intermittente e variabile. Ogni azione è più
intermittente di quanto non sia continua e gli intervalli tra un’azione e
l’altra sono infinitamente variabili in durata e contenuto. Gli elementi
costitutivi del disegno del tempo storico sono gli eventi e i loro intervalli.
Nel tempo storico è rilevante proprio quel tessuto dinamico che riempie gli
intervalli e allaccia le esistenze tra loro.
Ogni opera d’arte importante
può essere considerata come un avvenimento storico e allo stesso tempo come la
soluzione faticosamente raggiunta di un certo problema, inserito in una serie o
sequenze formali di soluzioni. Anche se ogni evento è unico e irripetibile, è
proprio nella natura del nostro pensiero di intendere gli eventi soltanto per
mezzo di identità che immaginiamo esistere tra loro.
Questo primo approccio
storico-strutturale delle forme del tempo di Kubler, è stato ampliato mediante
una ipotesi di “cronolinguistica” in grado di determinare un sistema
morfogenetico anche di nuove strutture temporali, intervenendo nella
processualità costitutiva e creativa del tempo.
Partiamo dalla definizione
generale di Cronolinguistica : (termine che deriva dal gr. cronos, tempo,
e logos, discorso), è la scienza che studia la
collocazione ed il significato degli eventi nel tempo.
Tale definizione amplia
notevolmente il campo di applicazione della cronolinguistica rispetto la
cronologia, la quale abitualmente investiva soltanto l'operazione della
specificazione delle date esatte nella storia mentre ora, e questo è
estremamente importante, determina l'analisi e la costruzione delle strutture
temporali. Studiare la collocazione e il significato degli eventi e
determinare le strutture che sottendono il tempo esperito consente sia di
approfondire l'interpretazione del tempo sia di comporre strutture, eventi,
schemi, per riorganizzare o, se si vuole, progettare processi temporali
ex-novo. Un processo creativo sovrastorico, una concezione del tempo
sovrastorico, non può prescindere da una rifondazione disciplinare del discorso
sul tempo.
Focalizzando la nostra
attenzione particolarmente sull'aspetto organizzativo-progettuale della
cronolinguistica, cercherò di delineare per grandi linee la possibilità di
sviluppo teorico-metodologico e tecnico-operativo che può comportare. Prima di
tutto occorre dire che i fenomeni di cui tratta la cronolinguistica sono gli
eventi e le loro modalità di presentazione. Per modalità di presentazione di un
evento si intendono le caratteristiche che lo identificano semanticamente.
L'evento, quindi, non è da intendersi come nella fisica contemporanea soltanto
come porzione astratta del continuo spazio-temporale, ma nella scienza
cronolinguistica l'evento assume altre connotazioni che rendono necessario la
sostituzione del termine per evitare confusioni. Per questo motivo l'evento che
ha una modalità di presentazione sarà chiamato " cronema ".
La definizione di cronema
è la seguente: evento minimo con una sua identità
semantica determinato ad un particolare 'grado di realtà'.
Il cronema ha un precipuo
significato antropologico in quanto rappresenta sempre un evento esperito
dall'uomo con tutte le sfaccettature e implicazioni che ne derivano. In altre
parole è sempre un evento che ha qualche riferimento con una azione umana, sia
astratta che concreta, sia tracendente. Una collezione di cronemi, ovvero un
gruppo di cronemi non interagenti, si denomina : cronoinsieme. Invece un
insieme di cronemi interagenti tra di loro si definisce :
cronosistema.
A questo punto si può postulare
un approccio sistemico alla cronolinguistica, che viene vista ora come quel
particolare sistema di trasformazione concettuale che trasforma determinati
input in determinati output. La cronolinguistica, quindi, elabora processi
semantici alla luce di una serie di strutture temporali: è la disciplina che
combina e trasforma e analizza il significato del tempo con il significante del
tempo, intendendo per significato del tempo le sue modalità qualitative e per
significante del tempo le sue modalità quantitative. Qualsiasi processo
temporale, studiato cronolinguisticamente, viene visto come un sistema
costituito da tanti cronosistemi interagenti che a loro volta sono costituiti da
altri sottosistemi più elementari. Inoltre in questo sistema è possibile
enucleare macrostrutture e microstrutture astratte, caratterizzate dalla
serialità e sequenzialità ed altri fattori localizzatori e, d'altra parte, in
ogni sistema emergono delle gerarchie categoriali di tipo logico-semantico e
delle variabili di connotazione antropologica.
In una visione più generale si
può asserire che la cronolinguistica fonde il tempo-matematico-astratto con il
tempo-semantico-concreto al fine di una interpretazione olistica del tempo
vissuto. Apre l’uomo all’intuizione di un tempo sovrastorico che ammette
l’attualizzazione nel presente del trascendente, e quindi conduce all’intuizione
e ad una maggiore consapevolezza del tempo escatologico.
Infine, per quanto riguarda
l'approccio alla teoria dei modelli, la cronologia si serve sia di modelli
quantitativi che qualitativi e, dove è possibile, elabora dei modelli olistici
che unificano i due aspetti e ciò consente di pervenire ad una immagine
sintetica ed esplicativa del problema affrontato. E' bene ora passare alla
descrizione ed alla articolazione disciplinare del corpus teorico della
cronologia.
Dunque, la cronolinguistica è
la scienza che studia la collocazione ed il significato dei cronemi nel tempo.
Essa si suddivide in tre grandi sistemi teorico-operativi : la
cronopragmatica, la cronosintattica e la cronosemantica.
La cronopragmatica , in
generale, considera la relazione degli interpreti con i cronemi; nella sua
attuazione operativa genera la cronoprassi. La cronoprassi è la
disciplina che studia le strutture temporali riferite alle diverse
rappresentazioni socio-epocali del tempo e che quindi ricerca sull'uso
pratico-teorico dei cronemi. Inoltre la cronoprassi individua e determina le
condizioni al contorno che originano i cronemi definendo un sistema astratto,
chiamato cronosfera, che è di supporto al verificarsi di un cronema. Per
cronosfera si intende un tempo teorico, ossia l'insieme degli attributi e
delle condizioni al contorno che deve possedere un cronema o un sistema di
cronemi per consentire uno svolgimento ed una interpretazione (dello stesso
cronema) rispondente alle prestazioni richieste. Ricapitolando, la
cronopragmatica studia il cronema in riferimento alla pratica sociale.
La cronosintattica
considera le relazioni formali che sussistono tra i cronemi. Il sistema
teorico-operativo della cronosintattica si articola in due discipline
fondamentali: la cronotropia e la cronoschematica. La cronotropia
è lo studio delle proprietà delle strutture temporali, riferite al significato
evolutivo dei cronemi, che rimangono invariati anche quando le strutture stesse
sono sottoposte a trasformazioni così radicali da perdere le loro prprietà
seriali e proiettive. Si può porre la seguente analogia: la cronotropia sta alla
cronoschematica come la topologia sta alla geometria. La cronotropia disaggrega
il sistema temporale in sub-unità che si chiamano cronotropismi. Con
cronotropisma si indica la struttura temporale diacronica che sottende un
cronosistema per ciò che riguarda il suo significato evolutivo. La
cronoschematica è invece lo studio delle strutture temporali riferite al
significato sistematico dei cronemi e che determina le strutture di correlazione
seriale e le tipologie processuali. La cronoschematica disaggrega il sistema
temporale in sub-unità che si chiamano cronoschemi. Con cronoschema si
indica la struttura temporale sincronica che sottende un cronosistema per ciò
che riguarda il suo significato sistematico. Ricapitolando, la cronosintattica
studia il cronema in riferimento alla struttura formale del tempo.
La cronosemantica ,
infine, considera il rapporto dei cronemi con gli oggetti cui si riferiscono.
Inoltre la cronosemantica genera un'ulteriore disciplina regolatrice : la
cronoarmonia. La definizione di cronoarmonia è la seguente : è lo
studio delle proprietà qualitative delle strutture temporali e dei metodi di
composizione e proporzione dei rapporti semantico-temporali in riferimento ai
principi armonici di serialità (ad es.: unità di azione). La cronoarmonia
individua e ricerca le cronoarmoniche del sistema temporale. Con
cronoarmonica si indica la struttura temporale che sottende un cronosistema
per ciò che riguarda la proporzione armonica dei cronemi (coerenza).
Le procedure teoriche coordinate
della cronopragmatica, cronosintattica e cronosemantica consentono di
determinare i gradi di realtà, i gradienti temporali da cui emergono i
cronosistemi e le matrici che generano i cronemi. Un'ultima precisazione è da
farsi per il cronema, il quale può appartenere a due famiglie morfologiche:
quella del sincronema e quella del diacronema. Il sincronema indica il
significato sistematico del cronema in modo indipendente dall'evoluzione nel
tempo, mentre il diacronema indica il significato del cronema in
funzione dell'evoluzione nel tempo.
Concludendo, la cronolinguistica
è una nuova teoria e metodologia della disposizione temporale che si fonda
essenzialmente su di una visione sistemica e linguistica che tiene conto di una
visione olistica e sovrastorica del tempo che apre l’intelletto dell’uomo alla
comprensione del tempo escatologico e, quindi, dell’ingresso di Dio nella
storia.
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ARTE CRISTIANA
, SINTROPIA ED ESCATOLOGIA
L’Arte Cristiana è
escatologica, ovvero tende ad un fine che è la nuova vita annunziata e
realizzata da Cristo. E’ esplicativa del destino finale dell’uomo e
dell’universo alla luce della salvezza. Attraverso un processo evolutivo
salvifico il miracolo della vita e dello spirito trasformeranno in bene ogni
cosa. Questa impresa è la spiritualizzazione della materia. Ciò significa la
pienezza dell’azione di trasfigurazione, una azione creativa e santificante che
rende visibili ed attuali tutte quelle forze positive della vita e dell’amore,
quali: l’altruismo, l’interdipendenza, l’interazione, la percezione,
l’apprendimento, la cura, la cooperazione, la rispondenza, la sinergia, la
compassione, la trascendenza, la bellezza, l’integrità, la passione,
l’intensità, la fede…ecc.
In tal senso
l’Arte Cristiana partecipa attraverso il suo contributo ad un processo
trasfigurativo dell’evoluzione della materia nello spirito, attua un processo
di incarnazione dello Spirito di Dio nel mondo e lo rende visibile e
comprensibile .
Per questi motivi
la vera Arte Cristiana non potrà mai essere di tipo entropico ma sempre, o
prevalentemente, di tipo sintropico. Ma spieghiamo meglio questi due termini di
entropia e sintropia .
L’entropia si
interessa di fenomeni che obbediscono al principio di causalità, direzionato dal
passato verso il futuro, da cui conseguono i principi di riproducibilità e
livellamento .
Al contrario la
sintropia si interessa di fenomeni caratterizzati dal principio di finalità,
direzionato da una causalità rivolta dal futuro verso il passato, da cui
conseguono i principi di irriproducibilità e di differenziazione.
“ …Questi nuovi
fenomeni sono stati detti dal Fantappié Fenomeni sintropici, per il
loro comportamento antientropico e sono stati identificati con quelli più
tipici e misteriosi della vita. Nella formazione di un essere vivente si osserva
infatti il passaggio da forme omogenee a forme sempre più differenziate ed è
nella vita che si ha un anelito verso il futuro, che spinge gli esseri a
muoversi e ad agire non più come conseguenza del passato, ma in funzione del
futuro… “
Ciò significa che
abbiamo l’esistenza di una struttura anche finalistica del nostro universo
sensibile, accanto alla sua struttura causale che era finora l’unica ammessa.
Quindi, mentre il ben noto ai fisici concetto di Entropia indica una tendenza
dei fenomeni naturali verso il disordine e la omogeneizzazione, ovvero la
degradazione dei fenomeni fisici, “ …il nuovo rivoluzionario concetto di
Sintropia ,…indica una tendenza opposta verso stati di maggiore complessità e
differenziazione…”. Con la Sintropia è come se la luce ritornasse nel tempo come
forma di energia antifisica rispondente a richiami e attrazioni collocati con
anticipo nel futuro da una volontà finalistica superiore. La caratteristica dei
fenomeni sintropici è la loro unicità creativa irriproducibile, in quanto
regolati da una causa collocata nel futuro (fine). La Vita intesa nella sua
pienezza espressiva è quindi per vocazione sintropica e finalistica .
Spesso nei
fenomeni che ci circondano troviamo la compresenza di entropia e sintropia, uno
scontro tra una forza distruttiva ed un'altra costruttiva. Questo significa che
tutti i fenomeni oltre a sottostare alle leggi fisiche vanno ampliate e
generalizzate con leggi biologiche sintropiche .
Ad una Conferenza
nel 1947 così parlò Luigi Fantappié, genio matematico teorizzatore di una
visione unitaria del mondo e della vita, a proposito della verità che l’essenza
della vita è tendere a fini, che significa per l’uomo che vivere è amare :
“ …Quello che
distingue la vita dalla non vita è dunque la presenza, negli esseri viventi, di
questi fenomeni sintropici, finalstici, come fenomeni tipici della vita. Ora
come si considera essenza del mondo antropico, meccanico, il principio di
causalità, è naturale considerare essenza el mondo sintropico il principio di
finalità. Quindi l’essenza della vita è proprio in questo principio di
finalità. Vivere, in sostanza, significa tendere a fini. In particolare, nella
vita umana, che aspetto prendono questi fini ? Quando un uomo è attratto dal
denaro, si dice che “ama” il denaro. L’attrazione verso un fine, per noi uomini,
è sentita come “amore”. Noi vediamo dunque che la legge fondamentale della vita
umana è questa: la legge dell’amore . …Noi vediamo così stampate nel gran libro
della natura – che diceva Galileo è scritto in caratteri matematici – le stesse
leggi che sono scritte nel Vangelo. Che la legge fondamentale dell’uomo sia la
legge dell’amore sta scritto nel Vangelo, ma sta scritto anche nella stessa
natura. Più in generale, la legge della vita non è dunque la legge dell’odio,
la legge della forza, cioè delle cause meccaniche, questa è la legge della non
vita, è la legge della morte; la vera legge che domina la vita è la legge dei
fini, e cioè la legge della collaborazione per fini sempre più elevati, e questo
anche per gli esseri inferiori. Per l’uomo è poi la legge dell’amore, per
l’uomo vivere è, in sostanza, amare, ed è da osservare che questi nuovi
risultati scientifici possono avere grandi conseguenze su tutti i piani, in
particolare anche sul piano sociale, oggi tanto travagliato e confuso …La legge
della vita è dunque legge d’amore e di differenziazione, non va verso il
livellamento, ma verso una diversificazione sempre più spinta. Ogni essere
vivente, modesto o illustre, ha i suoi compiti e i suoi fini che, nell’economia
generale dell’universo, sono sempre pregevoli, importanti, grandi…”.
E qui ritorniamo
al discorso iniziale sull’Arte Cristiana e l’escatologia. L’Arte se vorrà essere
veramente cristiana dovrà affrontare il tema escatologico del destino dell’uomo
e di ciò che seguirà alla vita terrena (escatologia individuale) e alla fine del
mondo (escatologia collettiva). In tal senso l’Arte Cristiana dovrà essere
sintropica, incarnare nella materia e nel tempo la legge dell’amore come fine
dell’uomo, trasfigurare il mondo con la santificazione e attuazione dello
Spirito di Dio .
Sarà una Arte con
una tensione fondamentale verso l’unione perfetta e armonica e bella dell’uomo
con Dio, e contemporaneamente sarà una Arte indicatrice di una forte impegno
etico in funzione di questa nuova vita di amore futura attesa con fede, e già
iniziata con la incarnazione di Gesù Cristo .
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ARTE, TEMPO ED ESCATOLOGIA
Scrive Padre Giovanni Leoncini
sulla rilevanza del tema escatologico nelle arti figurative del primo
cristianesimo, tema che comportò un vero distacco e la nascita di una nuova e
originale semantica cristiana nell’arte.
“… Il cristianesimo, pur
originatosi dall’ebraismo, ma con una carica di universalità del tutto inedita,
si diffuse ben presto nel mondo ellenistico-romano, dal quale recepì, tra
l’altro, la capacità di formulare e di riproporre i concetti non solo attraverso
la parola, ma anche attraverso le immagini, servendosi di un linguaggio
figurativo adeguato, che venne in parte ripreso dalla civiltà artistica
dell’epoca… Se si fossero voluti rappresentare i fatti della vita di Cristo non
solo quale evocazione storica, ma anche nel loro più profondo significato
mistico, non sarebbero certo mancati né i mezzi espressivi, né gli artisti
capaci di servisene al meglio, data la ricchezza e la sottigliezza del
linguaggio artistico di tradizione ellenistico…Ma il cristianesimo primitivo
annunciava con assoluta determinazione non tanto il ricordo di fatti storici,
per quanto esaltanti potessero essere stati, quanto l’avvento delle realtà
ultime, escatologiche, in una continua dialettica tra le transitorie realtà
terrene e le definitive realtà trascendenti, verso le quali l’evento di Cristo
aveva per l’uomo riaperto il cammino… Prendiamo ad esempio l’immagine del Cristo
crocifisso : Cristo è l’immagine del Dio invisibile (Col 1,15), e lo è anche
sulla croce, anche nella morte, ma non perché egli sottostia alla morte, bensì
perché morendo distrugge la morte e trionfa sul peccato e sul male. Quale
immagine può rappresentare adeguatamente questa realtà? E’ dall’esigenza di
rispondere a questo problema teologico che nasce l’iconografia del Christus
Triumphans, del Cristo rappresentato vivente e impassibile sulla croce, come si
addice a chi riporta vittoria e a chi, come Dio, non può sottostare alla
sofferenza. Tale lo vediamo ad es. nella scena della Crocifissione della porta
lignea di Santa Sabina a Roma del V sec….”
Una prospettiva escatologica
cristiana che parte fedelmente da Gesù Cristo può consentire una percezione
dell’infinito amore di Dio in tutte le nostre opere.
L’uomo non conosce la profondità
del disegno salvifico e provvidenziale di Dio. Non sa molte volte il valore
delle proprie azioni e delle proprie opere.
La cronolinguistica, come
approccio metodologico e scientifico delle categorie temporali, consente una
percezione più consapevole del disegno provvidenziale di Dio, interessandosi non
solo dell’opera finita, ma del processo che conduce a quell’effetto.
Contemporaneamente con la
cronolinguistica si può determinare il grado di libertà e universalità della
semantica dell’immagine o opera prodotta.
La storia della salvezza opera a
vari livelli di sistema, micro e macro, in serie temporali differenziate.
Ogni opera d’arte è attraversata
da varie serie temporali formali e semantiche.
Nella semantica cristiana e
relative serie temporali sono determinanti anche gli eventi futuri, le finalità
che determinano l’azione (sintropia). Gli eventi futuri determinano le dinamiche
della salvezza e della semantica cristiana dell’immagine.
La serie formale cristiana
comprende anche gli eventi futuri percepiti con la fede. L’opera cristiana
presenta un maggiore grado di universalità, in quanto comprende l’azione
sovrastorica nel tempo dello Spirito Santo, ed illumina i cuori degli uomini
alla visione della vera realtà di Dio.
La cronolinguistica oltre ad
essere un approccio strutturale linguistico alla semantica cristiana
dell’immagine, è anche un metodo per svincolare la nostra mente e la nostra
anima da condizionamenti epocali e abitudini che limitano la nostra azione nel
presente, impedendo la libera partecipazione alla volontà creativa di Dio.
Cronolinguistica-Uomo
Opera–Immagine Sintropia-Natura
|
| |
Rappresentazione della
“realtà sovrastorica”
|
Amore di Dio -
Trasfigurazione
|
Semantica cristiana –
Kairòslinguistica
|
Opera-azione come
collaborazione alla volontà creativa di Dio
Domandiamo al Signore nelle
nostre azioni quotidiane di avere il coraggio di gloriarci solo di Lui e di
accettare tutti gli avvenimenti in questa Luce, cioè di vederli non dalla
prospettiva del nostro interesse, ma per la possibilità che ci offrono di essere
più profondamente uniti alla passione e alla vittoria di Cristo.
Storia > Semantica > Immagine
Immagine > Semantica > Storia
Storia cristiana > Semantica >
Immagine cristiana
Immagine cristiana > Semantica >
Storia cristiana
Incarnazione/Passione/Resurrezione > Semantica > Cristo
Cristo > Semantica >
Incarnazione/Passione/Resurrezione
Dalla storia scaturisce il
significato semantico dell’immagine. Una semantica cristiana dell’immagine non
può prescindere dalla sua storia, dal processo che ha generato l’immagine.
La cronolinguistica aiuta nella
comprensione del processo generativo artistico, aiuta a rendere il processo
creativo più libero, contrappone al tempo fisico il tempo sovrastorico, dove il
vissuto si unisce al trascendente.
La persona, l’artista ritrova la
sua essenza originaria, libero da sovrastrutture socio-epocali, in armonia con
il creato e la sua “estetogenesi”. Ritrova Gesù come il vero senso del tempo e
della storia. Con Gesù il tempo acquista significato, è parte della “storia di
salvezza”. L’immagine cristiana scaturisce dal tempo di Cristo.
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SEQUENZE TEMPORALI E STORIA
DELLA SALVEZZA
L’immagine acquista significato
dalla sequenza temporale in cui è posta. Le sequenze, le storie si sovrappongono
e interagiscono tra loro.
In base alle influenze e
importanza della storia si possono individuare alcune storie ritenute come
“attrattori di senso” che finalizzano e specificano la semantica dell’opera
ottenuta.
Esistono storie generali e
storie particolari, globali e locali.
La STORIA DELLA SALVEZZA è la
storia più generale che ingloba tutte le altre storie comprese nella Creazione
di Dio. Il significato recondito di ogni nostra azione e immagine prodotta lo si
trova radicato nella Storia della Salvezza. In questo la Bibbia è maestra
indicandoci il disegno di salvezza di Dio come il fine escatologico di tutta la
nostra storia.
La Storia della Salvezza è
universale (globale) ma è anche particolare (locale), ovvero viene generata da
un evento particolare, unico.
La nascita di Gesù, il Figlio di
Dio, è stato il seme di salvezza di tutta la storia, che ha originato e dato
compimento alla Storia di Salvezza.
Per cui se il disegno di Dio è
generale, in ogni attimo e particella del creato vi è Cristo amore, testimone
sommo dell’amore salvifico di Dio.
Ciò significa che un grande
evento può essere generato anche da un piccolo e umile accadimento, come ad
esempio la creazione della Chiesa ha inizio da un piccolo Bambino di nome Gesù
nato in una stalla a Betlemme.
Il teologo Von Balthasar in tale
ottica contrappone ad una concezione dell’escatologia come “futuro redentivo”,
un’idea di escatologia come “eterno presente”, inteso come il luogo reale che
costituisce l’ambiente adatto all’esistenza e alla trascendenza, corrisponde al
“kairòs” inteso come momento opportuno per qualcosa di significativo.
L’icona perfetta di Dio è Gesù
Cristo e viene chiamata da Von Balthasar “universale concreto” per indicare come
l’uomo a immagine di Dio si forma a partire da una figura storica che però
partecipa di qualcosa di non storico, che trascende il tempo ma che dà
significato a tutto il tempo vissuto.
Quindi unicità dell’evento,
della originalità della persona, pur sussistendo il piano generale di salvezza.
Il libero arbitrio e la
creatività dell’uomo partecipano dell’amore e creatività di Dio. La creatività
dell’uomo non è circoscrivibile in una struttura socio-temporale, ma partecipa
del sacro e della infinita originalità di Dio.
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CARITAS IN VERITATE ,
Enciclica di Papa Benedetto XVI
Un breve accenno è da farsi alla
recente Enciclica “Caritas in Veritate” di Papa Benedetto XVI per richiamare il
concetto fondamentale in esso esposto della rilevanza per la Chiesa, e quindi
anche dell’Arte Cristiana, di offrire una visione globale dell’uomo e
dell’umanità.
L’Enciclica ci esorta a
focalizzare l’attenzione su una idea di sviluppo umano integrale che conduca ad
un “Umanesimo Trascendente”, dove la capacità di ascolto e realizzazione della
Parola di Dio rivelerà l’uomo all’uomo, rendendolo libero e responsabile.
(Populorum Progressio – Paolo VI
: sviluppo umano integrale – libertà responsabile)
E’ scritto infatti nel
Cap.1°-par.18 della “Caritas in Veritate” :
– Il
Vangelo è elemento fondamentale di sviluppo perché in esso Cristo svelando il
mistero del Padre e del suo Amore, svela pienamente l’uomo all’uomo…un Umanesimo
trascendente che conferisce all’uomo la sua pienezza, questa è la finalità
suprema dello sviluppo personale.
In tale orientamento agisce il
tempo escatologico aprendo l’uomo al trascendente, quindi ad una Arte integrale,
essenzialmente cristiana.
L’Arte senza la dimensione
escatologica rimane un’arte espressione parziale del tempo storico dell’uomo, e
quindi incompleta, non formata dall’espressione sovrastorica di una bellezza di
respiro universale ispirata dall’Amore di Dio.
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IMMAGINARE CON DIO
Il vero artista
cristiano immagina con Dio, è tutto unito a Dio. Ed il nostro Dio è un Dio di
amore, di partecipazione, un Dio trinitario per un amore bello di comunione.
Si, proprio così, … un amore bello, perché quando l’amore è da Dio, è bello !
La sensazione di
bellezza che si prova nell’immaginare l’amore di Dio illumina i nostri cuori con
un sincero stupore, con una emozione simpatetica di meraviglia, gioia e
serenità. Anche nell’espressione di un dolore o di un sentimento tragico la
bellezza è serena, armoniosa .
Ci sono stati
periodi storici ed artisti particolari che hanno avuto una maggiore tendenza ad
immaginare, creare le loro opere, all’unisono con Dio, che si sono lasciati
ispirare dallo Spirito di Dio .
Lo stesso Dante
nella stesura del suo capolavoro, la Divina Commedia, si inventa personaggi che
fanno da tramite del divino e guida nel cammino verso la beatitudine del
Paradiso, ad indicare come non fossero sufficienti le sue sole forze, benché di
un genio, ma fosse necessaria per la riuscita della sua opera l’ispirazione di
Dio .
Per non parlare
poi di tutti quei scrittori che, fino a prima dell’oscurantismo spirituale – nel
nome della ragione - dell’illuminismo, iniziavano le loro opere con invocazioni
e ringraziamenti a Dio perché andasse a buon fine il loro lavoro .
Oggi, più di
prima, l’artista cristiano ha bisogno di riscoprire l’importanza di immaginare
con Dio, di sentirsi strumento nelle mani di Dio, di avere come unico fine
l’armonia con la volontà di Dio, una volontà di amore e fratellanza .
Immaginare con Dio
significa non avere più come obiettivo del fare arte l’ottenimento di un valore
aggiunto, oggetto di mercato, non credere più nella mercificazione dell’opera
d’arte frutto di narcisistica soddisfazione, bensì credere nell’opera d’arte
come trasmettitore di emozioni capaci di smuovere i nostri cuori, come strumento
di comunione redenzione e santificazione, come un vero e proprio messaggio
d’amore rivolto a tutti noi dal Cristo Risorto attraverso suoi veraci testimoni
contemporanei.
In tal senso possiamo affermare
e concludere :
l’immaginare con Dio conduce a non considerare più il valore estetico dell’opera
d’arte come il più rilevante, bensì comporta per i fedeli e l’artista cristiano
la intuizione e consapevolezza di una “teologia della visione” - da intendersi
qui come teorizzato nei suoi studi dalla prof. Rosa Morelli e come espresso
sapientemente dall’artista Lavinio Sceral nelle sue Cattedrali della Memoria -
dove l’immaginare con Dio vuol dire comprendere nell’opera d’arte la qualità
emotiva ed espressiva del messaggio d’amore in una prospettiva temporale
esistenziale escatologica, facendo così dell’Amore di Dio il vero significato di
una semantica cristiana dell’arte .
Carlo Sarno
Appendice :
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1° nota - LETTERA AGLI
ARTISTI di Papa Giovanni Paolo II
La Chiesa ha bisogno
dell'arte
12. Per
trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell'arte.
Essa deve, infatti, rendere percepibile e, anzi, per quanto possibile,
affascinante il mondo dello spirito, dell'invisibile, di Dio. Deve dunque
trasferire in formule significative ciò che è in se stesso ineffabile. Ora,
l'arte ha una capacità tutta sua di cogliere l'uno o l'altro aspetto del
messaggio traducendolo in colori, forme, suoni che assecondano l'intuizione di
chi guarda o ascolta. E questo senza privare il messaggio stesso del suo valore
trascendente e del suo alone di mistero….
14. Con
questa Lettera mi rivolgo a voi, artisti del mondo intero, per confermarvi la
mia stima e per contribuire al riannodarsi di una più proficua cooperazione tra
l'arte e la Chiesa. Il mio è un invito a riscoprire la profondità della
dimensione spirituale e religiosa che ha caratterizzato in ogni tempo l'arte
nelle sue più nobili forme espressive. E in questa prospettiva che io faccio
appello a voi, artisti della parola scritta e orale, del teatro e della musica,
delle arti plastiche e delle più moderne tecnologie di comunicazione. Faccio
appello specialmente a voi, artisti cristiani: a ciascuno vorrei ricordare che
l'alleanza stretta da sempre tra Vangelo ed arte, al di là delle esigenze
funzionali, implica l'invito a penetrare con intuizione creativa nel mistero del
Dio incarnato e, al contempo, nel mistero dell'uomo.
Ogni essere
umano, in un certo senso, è sconosciuto a se stesso. Gesù Cristo non soltanto
rivela Dio, ma « svela pienamente l'uomo all'uomo ».(23) In Cristo Dio ha
riconciliato a sé il mondo. Tutti i credenti sono chiamati a rendere questa
testimonianza; ma tocca a voi, uomini e donne che avete dedicato all'arte la
vostra vita, dire con la ricchezza della vostra genialità che in Cristo il mondo
è redento: è redento l'uomo, è redento il corpo umano, è redenta l'intera
creazione, di cui san Paolo ha scritto che « attende con impazienza la
rivelazione dei figli di Dio » (Rm 8,19). Essa aspetta la rivelazione dei figli
di Dio anche mediante l'arte e nell'arte. E questo il vostro compito. A contatto
con le opere d'arte, l'umanità di tutti i tempi — anche quella di oggi — aspetta
di essere illuminata sul proprio cammino e sul proprio destino.
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2° nota - Definizione di
ESCATOLOGIA :
discorso sulle
ultime cose, ogni dottrina che riguardi il destino finale dell’uomo e
dell’universo.
BIBLIOGRAFIA :
LA BIBBIA
, edizione CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
AA.VV. , L'Arte Sacra in
Italia negli ultimi cinquant'anni. Atti del convegno, Edizioni Staurós , S.
Gabriele - TE, 1995.
ARCIDIACONO SALVATORE, Ordine e Sintropia, Edizioni Studium Christi, Roma, 1975.
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CHARLES ANDRE', Teologia simbolica, Ed. Paoline, Roma, 1984.
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N., L'uomo icona di Cristo, Ancora, Milano, 1982.
EVDOKIMOV
PAVEL NIKOLAJEVIC, Teologia della Bellezza, l'arte dell'icona, Ed. San Paolo,
Torino, 1990.
HUNTER I.M.L.
, La Memoria, Feltrinelli, Milano, 1983.
KUBLER GEORGE,
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Teologia delle icone e la Trinità di Masaccio (Ipotesi di lettura per una
teologia della visione), Edizioni Segno, MI, 2008.
MORELLI ROSA,
La Trinità Angelica (Ipotesi di lettura per una teologia della visione),
Ed. Segno, MI, 2009.
PLAZAOLA, Arte
Cristiana nel tempo (2 vol.), San Paolo, Milano, 2001.
RIVA MARIA
GLORIA, Nell'arte lo stupore di una presenza, San Paolo, Milano, 2004.
SARNO CARLO,
Arte , tempo e simulazione, STE Edizioni, Napoli, 1989.
SARNO CARLO,
La vita come arte sovrastorica, STE Edizioni, Napoli, 1989.
SARNO CARLO,
Per una definizione di Arte Cristiana, Campania Bella editore, Cava de' Tirreni,
2008.
WUNENBURGER
JEAN-JACQUES, Filosofia delle immagini, Einaudi, Torino, 1999.
FONTE : la Relazione "Linguaggio Artistico e Tempo
Escatologico" è stata presentata dal Cav. Arch. Carlo Sarno al
Convegno
di Arte e Teologia " La Lingua la Memoria l'Immagine "
, a cura della prof.ssa Rosa Morelli e della
dott.ssa Claudia Picazio, presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose
"San Roberto Bellarmino" svoltosi a Capua il 12-13 aprile 2010.